Magione, profughi alla Polvese. Il sindaco: “Lì per la raccolta delle olive”
MAGIONE – E’ polemica sui profughi impegnati in lavori all’Isola Polvese. A scaturirla un post del coordinatore comunale di Fdi – An Francesco Rubeca, al quale ha risposto anche il sindaco Giacomo Chiodini. “Li utilizzeranno come manodopera gratuita per scopi privati?” è scritto. “Rispondo perché citato, ma non parteciperò alla discussione sul perché l’Italia ospita i migranti. Ci sono già abbastanza talk show sull’argomento oltre alla sistematica disinformazione in manteria, finalizzata troppo spesso al mero consenso politico”.
“Fatta questa premessa – continua Chiodini – scrivo quanto mi è stato raccontato dai responsabili dell’associazione che gestisce i migranti, che attendono di essere riconosciuti come profughi o di essere allontanati dall’Ue, nella provincia di Perugia. Per il periodo di raccolta delle olive – continua Chiodini – l’associazione ha portato per alcune settimane dei gruppi di persone alla Polvese, dove alloggiano temporaneamente (25-30). La Polvese ha quattromila piante di olive. In accordo con la prefettura di Perugia partecipano alla raccolta, a cura dell’oleificio il Progresso di Panicale, e alla successiva potatura. Un lavoro volontario, ma anche l’occasione di imparare qualcosa nel periodo, in genere lungo, in cui devono aspettare il giudizio della commissione sullo status di profugo. A quanto pare alcuni alcuni hanno chiesto di essere riaccompagnati a terra”. Proprio la richiesta di tornare a terra prima dell’arrivo dell’autobus dell’associazione ha fatto sì che i ragazzi si riversassero in strada.