Il campanile lascia il posto alla solidarietà, questa è l’Umbria che vogliamo

Nulla sarà come prima a Terni e in Umbria. Non si può prevedere come finirà la vertenza Ast, ma qualcosa in questi giorni di lotta è accaduto. Un qualcosa che a memoria d’uomo non si ricorda ma che ci rende tutti orgogliosi di essere umbri e di appartenere a una terra che nei momenti difficili sa dare il meglio di sé, mettendo in campo tutte le sue energie al di là dei campanili o di qual si voglia steccato. E’ il caso di Terni e Perugia: da sempre antagoniste. Ora, però, la città dell’Acciaio soffre e il capoluogo regionale le tende una mano. Le manifestazioni di solidarietà giunte dal sindaco Romizi e dai tifosi del Grifo hanno un valore che va molto più in là delle semplici frasi di circostanza. Hanno il sapore di sincera vicinanza e di quel senso di collettività che ricompatta.

Nel gesto così semplice, come l’esporre lo striscione al Curi “Al fianco degli operai dell’Ast”, non c’è nulla di scontato o di dovuto. C’è l’iniziativa dei tifosi da sempre acerrimi rivali, sportivamente parlando, che superano il campanile e danno una esemplare dimostrazione di coscienza civile e sociale, ponendo al di sopra di tutto i reali problemi di un territorio, come quelli del lavoro. In questa manifestazione come nelle parole del sindaco Romizi (“Perugia è vicina a Terni e ai lavoratori della ThyssenKrupp Ast” “Il problema delle acciaierie ci riguarda tutti”) c’è la riscoperta di quell’unità che ha fatto grande una regione piccola come l’Umbria. Questa è l’Umbria che vogliamo: una terra di santi, fatta di tante diverse realtà territoriali, che nei momenti difficili sa superare i localismi, ritrovare quella coesione che è anche la sua forza, e in nome della solidarietà e del senso di appartenenza alla comunità, sa rialzare la testa e guardare con speranza al futuro.

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