Perugia, il Comune difende il bando sulla comunicazione istituzionale: “Nessuna irregolarità”
PERUGIA – Il Comune difende la gara per l’assegnazione dei servizi di comunicazione istituzionale dagli assalti della consigliera M5S Cristina Rosetti, scatenata sull’argomento nel corso dell’ultima riunione della Commissione Controllo e Garanzia. Se il capogruppo M5S ha ribadito le ragioni di perplessità sul bando, nonché sulla gestione della gara da parte della Commissione giudicatrice, con riferimento ai temi dei “servizi ulteriori”, dell’esclusione della valutazione degli addetti ai servizi opzionali e dello stravolgimento delle regole del gioco in corso di gara.
A rispondere per il Comune la dirigente Cristallini. “L’operato della Commissione giudicatrice – ha detto la dirigente – è stato perfettamente in linea con quanto previsto nel disciplinare, dalla cui lettura non emerge alcuna confusione sulle regole di partecipazione e giudizio. In particolare, per ciò che concerne la valutazione dei curricula e dei servizi, il disciplinare non affermava da nessuna parte che si dovessero valutare quelli di soggetti diversi dagli addetti ai servizi “base”. Dunque in sede di gara la commissione non ha fatto altro se non ribadire questa regola, proprio perché alla base della gara (art. 1 del disciplinare) erano previsti solo i servizi appunto “base”, con un giornalista individuato quale referente e responsabile ed un altro quale addetto. I servizi “opzionali”, dunque, non erano oggetto specifico della gara medesima”. Quanto ai requisiti di partecipazione (art. 6 del disciplinare), la dott.ssa Cristallini ha segnalato che l’unico requisito di ammissione era rappresentato dall’aver svolto, nell’ultimo triennio, un servizio giornalistico della durata di un anno continuativo.
In ogni caso, anche accedendo alle tesi spiegate da Rosetti nell’istanza, e dunque togliendo ai concorrenti il punteggio per i servizi indicati nella domanda e relativi all’ultimo triennio, il risultato della gara non sarebbe cambiato ed il primo classificato sarebbe comunque risultato lo stesso. Pertanto nessun danno si è prodotto ai concorrenti in alcun modo. Infine Cristallini ha ribadito che nessuna delle ditte concorrenti, né la seconda classificata né altre, ha inteso impugnare il bando; questa rappresenta una circostanza di assoluto rilievo. Quanto illustrato da Cristallini è stato confermato anche dal vice segretario Cesarini, seconda la quale, dall’analisi degli atti, non vi è stata alcuna illegittimità da parte della Commissione giudicatrice e, comunque, le scelte operate non hanno ingenerato alcuna lesione, in quanto il primo classificato sarebbe rimasto tale, avendo le competenze maggiori.
Secondo Rosetti, in replica, la “prova provata” che l’interpretazione data dalla commissione è diversa da quanto disposto nel disciplinare emerge dal fatto che molti partecipanti hanno inteso distinguere tra servizi indicati ai fini dell’accesso e servizi ulteriori. Circa il fatto che, comunque, il risultato della gara non sarebbe cambiato, il capogruppo M5S ha precisato che ciò rappresenta un punto interrogativo su cui verranno fatte le opportune verifiche del caso. “Quando si fa una gara, le regole devono essere chiare; al contrario nel caso di specie le irregolarità rimangono intatte”. Infine Rosetti ha segnalato che il bando risulta discutibile anche per il fatto che nulla si è previsto al suo interno per ciò che concerne la comunicazione. La dott.ssa Cesarini, in merito alla questione servizi “base” e servizi “opzionali”, ha segnalato che solamente i primi sono stati considerati a base di gara in quanto un’offerta deve basarsi solo su ciò che è certo e finanziato. Nulla impedisce ad una stazione appaltante, tuttavia, di inserire in un bando dei servizi opzionali attivabili a richiesta.