Fibrillazioni nel Psi, il coordinamento di Perugia chiede le dimissioni di Nilo Arcudi
PERUGIA – Rammarico ma non stupore. Così il coordinamento comunale del Partito socialista perugino sull’uscita di Nilo Arcudi. “Il rammarico – per non aver avuto un serio confronto sui temi fondamentali della nostra città, sulle azioni e programmi che come Socialisti di Perugia avremmo voluto il piacere di costruire e condividere insieme. Tutti i partiti stanno vivendo un momento di crisi di rappresentanza ma, a nostro avviso, rimangono uno dei luoghi dove il dibattito e il confronto non possa e non debba venir meno pur con posizioni e idee diverse”.
“A quanto dato noi sapere, il Consigliere capogruppo del Partito Socialista a Perugia, non ha mai avanzato idee proposte né valutate né tanto meno respinte tali da rendere conseguentemente la vita del partito difficile dove è venuta meno “ il senso profondo di sentirsi comunità, i legami umani, la solidarietà, la vicinanza tra di noi…” Queste, a nostro avviso, sono parole gravi ed ingiustificate solo se si considera come il Partito di Perugia ha garantito il proprio appoggio e consenso elettorale tale da mantenere la carica di Vice-Sindaco. Crediamo che i valori identitari, culturali e storici del socialismo non possano essere sostituiti da Associazioni che pur legittime, rischiano di rappresentare la sola voglia di riscatto di una elezione persa o ,ancor peggio, di un dissenso mai espresso in maniera limpida e chiara nelle sedi opportune del Partito. Siamo consapevoli, non da ora, che è necessario aprire un nuovo confronto con le nuove e vecchie forze del panorama politico, non solo locale ma anche regionale e nazionale tali da lavorare ad un nuovo ed ambizioso progetto politico che riporti la centralità della politica sui cittadini con i loro bisogni sempre più pressanti a fronte di una congiuntura economica e sociale sempre più grave e complicata. Il partito si sta avvicinando alla nuova stagione congressuale, quale miglior luogo di confronto su l’idea stessa di partito sui programmi e sulle azioni future?”.
“Da dopo le elezioni, il Consigliere, ha scelto un’altra strada e questo e certificato dall’assenza dell’attività nel partito e dal disimpegno della campagna del tesseramento elementi fondamentali e fondanti di quella comunità dalla quale si sente tradito addirittura abbandonato in logiche di puro “cinismo”. Quando le esigenze personali superano i valori di una comunità si crea quella inevitabile frattura tra rappresentanti e rappresentati, male della politica di oggi, dalla quale il Consigliere non è riuscito a rimanere immune, sicuramente influenzato da altri Orizzonti…… E’ giusto che ciascuno di noi nella piena libertà di coscienza decida di prendere altre vie ma, con altrettanta coscienza e coerenza dovrebbe dimettersi da consigliere eletto con i voti Socialisti e lasciare spazio a coloro che invece hanno deciso in maniera disinteressata di far parte della nostra Comunità. Sappiamo fin d’ ora che questa richiesta cadrà nel vuoto, che si abbia almeno la coerenza di non continuare a denominare il Gruppo Consiliare come il Partito che si è abbandonato. Su questo punto assumeremo anche tutta le iniziative per evitare tale palese contraddizione politica”.