Welfare, attivo Spi Cgil: “Contrattare il welfare, incidere sulle condizioni di vita delle persone”
PERUGIA – Contrattare il welfare, ovvero incidere sulle condizioni di vita delle persone, anziane e non: è questo il mestiere del sindacato ed in particolare dello Spi Cgil, la principale organizzazione di rappresentanza delle pensionate e dei pensionati (circa 50mila iscritti in Umbria).
Un mestiere che il sindacato rivendica attraverso la contrattazione sociale e quindi il confronto concreto e continuo con le amministrazioni pubbliche, che a livello territoriale sono rappresentate da Comuni e Regione. E oggi, 20 febbraio, lo Spi dell’Umbria ha riunito il suo attivo regionale alla Sala dei Notari di Perugia, alla presenza del segretario nazionale Ivan Pedretti, proprio per tornare a chiedere con forza alla Regione Umbria, rappresentata dalla sua presidente, Catiuscia Marini, un confronto vero su problematiche cruciali per decine di migliaia di cittadine e cittadini umbri, quali la non autosufficienza, il contrasto alla povertà crescente (l’Istat certifica per l’Umbria 240.000 persone gia povere o a rischio povertà), il nodo casa, la sanità.
“I numeri della popolazione anziana in Umbria li conosciamo – ha detto nella sua relazione Rita Paggio, segretaria generale dello Spi umbro – siamo una delle regioni più longeve d’italia e questo è un bene ovviamente, gli over 65 sono 221mila su 891mila residenti, ma il dato più significativo è quello degli over 75 pari a all’11% della popolazione con un andamento in crescita per i prossimi anni”. Questi numeri pongono, secondo lo Spi, l’urgenza, prima di tutto di una verifica dei servizi erogati e degli accordi sottoscritti in passato: “Esattamente un anno fà insieme a Fnp e Uilp – ha osservato Paggio – abbiamo presentato alla Regione, alla Presidente, la Piattaforma Pianeta Anziani, ma dopo un anno dobbiamo registrare che non si è fatto un passo avanti. Cosi non va bene!”.
Lo Spi Cgil chiede dunque alla Regione l’immediata ripresa del Tavolo sugli anziani, così come di evitare – ha detto ancora Paggio – che per il nuovo Piano sanitario succeda quello che è accaduto per il nuovo Piano sociale, attualmente in fase di approvazione in Consiglio, ovvero “che il confronto arrivi tardivamente e in modo frammentato”. Insomma, lo Spi vuole discutere, ovviamente insieme alla Confederazione, di come concretamente si investe per sostenere e rilanciare i servizi sanitari territoriali, di come si sviluppa l’integrazione socio-sanitaria, dell’accesso alle cure, delle liste d’attesa, del rapporto tra sanità pubblica e privata, e di molte altre questioni “cruciali” per la popolazione che il sindacato rappresenta. “Per noi – ha concluso Paggio – non è più il tempo di discutere di quante Asl e quante Aziende ospedaliere debbano esistere in Umbria, ma di quali servizi pubblici di qualità si erogano ai cittadini”.
“Welfare vuol dire far stare bene i cittadini e il benessere è il più importante strumento per ridurre la spesa sanitaria – ha detto nelle sue conclusioni il segretario dello Spi Cgil nazionale, Ivan Pedretti – una popolazione impoverita e più debole costa molto di più, ecco perché avremmo bisogno di una politica che ascolti e provi a ricostruire un terreno di protezione sociale uniforme a livello nazionale e calibrato sui nuovi bisogni. E a chi ci dice che non ci sono i soldi – ha concluso Pedretti – rispondiamo che non è vero: i soldi ci sono, sono ben custoditi da una parte assolutamente minoritaria del paese, si tratta di redistribuirli, anche attraverso una patrimoniale, ma per far questo ci vuole la volontà politica, che finora è mancata”.
“La sfida del welfare è sempre più impegnativa per l’accentuarsi degli effetti della crisi economica e per il susseguirsi delle trasformazioni sociali che investono un mondo in continua trasformazione e sempre più globalizzato, da qui la necessità di proseguire il confronto con il sindacato su un percorso di lavoro comune, che dovremo continuare ed intensificare”: ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo all’attivo regionale della Spi Cgil.
Riprendendo i diversi temi affrontati negli interventi che l’hanno preceduta, la Presidente ha sottolineato “l’importanza di continuare sulla strada del confronto dialettico e di merito con il sindacato, a cui non mi sono mai sottratta, per realizzare un sistema di politiche pubbliche realmente capace di combattere le diseguaglianze, di sviluppare l’inclusione sociale e di rispondere in modo efficace ai nuovi bisogni emergenti lungo le diverse fasi della vita di una persona, anche individuando politiche nuove rispetto al passato. Per questo – ha ribadito Marini – è importante proseguire in quel lavoro di confronto e concertazione che in questi anni ci ha consentito di realizzare interventi importanti su temi fondamentali come quelli, ad esempio, della prevenzione, della non autosufficienza, dell’invecchiamento attivo della popolazione, del terzo settore. E in questo quadro, il nuovo Piano sociale regionale, di cui si sta definendo il percorso, dovrà essere il punto di ancoraggio di proposte e azioni per la programmazione, l’organizzazione e l’attuazione di politiche capaci di rispondere a nuovi e crescenti bisogni, facendo leva sul protagonismo degli attori sociali e sul ruolo dei Comuni e delle zone sociali come perno del sistema, in maniera omogenea su tutta la regione, prevedendo anche tavoli operativi che entrino nel merito dei diversi temi”.
L’operatività del sistema informativo regionale, per la prima volta – ha aggiunto Marini –, ci permette di conoscere, accanto ai dati sanitari, anche quelli relativi al fabbisogno sociale, dandoci così una fotografia puntuale della popolazione e dell’intero sistema del welfare umbro. Ciò ci consentirà di intervenire in maniera mirata sulla programmazione delle politiche regionali e sulla allocazione delle risorse, con un monitoraggio costante della situazione, mettendo ulteriormente a leva le risorse pubbliche attualmente derivanti dal Fondo sociale europeo , dal Fondo sanitario e dalla programmazione del Piano operativo regionale 2014 2020”. Marini ha poi ricordato che il nuovo Piano introdurrà i Livelli sociali di assistenza e che il documento sarà, diversamente dal passato, meno orientato alla “governance”, definita a livello nazionale, e più indirizzato alla individuazione di misure ed interventi da attuare sia a livello di prevenzione che di risposta ai diversi bisogni di welfare.
Relativamente al “Prina” (Piano regionale integrato per la non autosufficienza), la Presidente ha sottolineato come “in questi anni le risorse sono state mantenute, sia a livello nazionale che regionale, consentendo così una programmazione più stabile” e come sul fronte della sanità “l’Umbria ha dimostrato di saper rispondere ai bisogni di salute della popolazione, con conti in equilibrio che hanno permesso di non gravare su imprese e cittadini”, mantenendo “costante l’impegno per il superamento delle criticità presenti nel sistema sanitario regionale”. In conclusione, parlando dell’area del sisma, Marini ha detto che “il terremoto ha accentuato le fragilità di questa parte dell’Umbria. Qui – ha aggiunto Marini – intendiamo lavorare su un duplice fronte: quello immediato, in cui intendiamo mettere in atto politiche sociali transitorie per superare l’emergenza, e quello di maggior respiro che ha come obiettivo, accanto alla ricostruzione fisica, una ricostruzione sociale e inclusiva dove un ruolo fondamentale può essere svolto dal sindacato e dal terzo settore. Immaginiamo – ha concluso la presidente – un luogo di coordinamento, con il coinvolgimento dell’assessorato regionale, su una ipotesi anche di riorganizzazione della rete servizi di quell’area”.