Perugia, Beverly Pepper incontra gli studenti dell’Accademia: “Abbiate il coraggio di sperimentare”
PERUGIA – “Practice, practice, practice! fare, fare, fare! Voi giovani dovete provare a fare le cose che non avete mai fatto. Dovete sapere che tutto è possibile. Solo quando si finisce il lavoro si capisce se è ciò che si voleva. Più che il talento, in un artista è importante il coraggio. Il coraggio di fare, di andare oltre lo sguardo, il pensiero, per fare un salto e andare sempre più avanti”. È una grintosa Beverly Pepper, con i suoi quasi 95 anni carichi di slanci e passione, a spronare gli artisti in erba, gli studenti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia conosciuti attraverso un workshop organizzato dalla professoressa Lucilla Ragni, curatrice del progetto “Opera Prima Off”, nato dalla collaborazione tra Sistema Museo e l’Accademia.
Un gruppo di studenti che ha avuto il privilegio di poter lavorare, grazie al supporto dei suoi due assistenti Michele Ciribifera e Antonio Buonfiglio, nel grande studio-atelier dell’artista, immerso tra le campagne di Todi. Un gigantesco laboratorio che li ha accolti per ripristinare l’opera Ascensione (una versione ridotta rispetto a quella monumentale di Assisi) che la stessa artista donerà all’Accademia venerdì 24 marzo, con una cerimonia che si terrà alla Vannucci, alle ore 11.30, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico. Arrivata per un sopralluogo, si concede ad una piacevole chiacchierata tra pochi intimi. Spaziando dalla sua concezione di tempo (“il senso del tempo si trova qui in Italia, non altrove”, “occorre avere sempre la coscienza di dove siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”) al bello di vivere immersi nell’arte, in un luogo intriso di storia come lo è l’Accademia (“devono realizzare che hanno un privilegio incredibile, possono fruire, in contemporanea, di pezzi di arte, storia e civiltà, dal Quattrocento ad oggi, e godere di una inedita prospettiva, il presente non basta”), racconta entusiasta esperienze di vita professionale e privata.
Si chiude per gli studenti un’esperienza sul campo memorabile. Un laboratorio utile a capire il dialogo con la materia, “andare oltre la ragione – sottolinea Beverly Pepper -, abbandonare la parte razionale e seguire il dàimon che abbiamo dentro, liberare le mani rispetto al lavoro che si porta avanti. Lasciare aperta ogni possibilità durante l’esecuzione, e anche quello che viene comunemente definito errore, mentre si procede dal disegno alla realizzazione, deve essere visto come un’apertura, una nuova strada. Io sono sempre dietro l’opera, non è il mio pensiero a prendere forma, ma quello che sta dietro la ragione, nella nuca. Bisogna fare le cose che non si conoscono e imparare a guardare, operando con l’occhio, non con il cervello. È molto importante per me, mentre sto lavorando, trovare qualcosa che non ho pensato”. Concetti che gli studenti hanno toccato con mano, impugnando frullini, frese, saldatrici (“non me ne vogliano gli uomini, ma non avete idea di cosa sono state capaci di fare queste donne”), perché si sa, questi sono gli strumenti che usa Beverly Pepper per coniare le sue magnifiche opere, imponenti, sensuali, precise. “Ha un occhio supersonico, è un’acuta osservatrice, ha una precisione incredibile, già da lontano riusciva a vedere che tra un lato e l’altro c’erano tre millimetri di differenza. Ed era vero!”, confida una studentessa del gruppo (coordinato da Deborah Fanin, del quale hanno fatto parte: Leonardo Arcipreti, Cristiano Corbucci, Matteo De Ambrosi, Andrea Dionigi, Eleni Kindyni, Estéfania Leal Guerra, Stefano Lutazi, Pièrre Moretti, Filippo Moroni, Magda Politaridou, Angeliki Steka, Serena Zullo).
Beverly Pepper si è legata a doppio filo con l’Accademia. È fra gli Accademici di merito e ha idea di fare una donazione ben più impattante. Ma tutto è ancora top secret. Per ora intende godersi la cerimonia di venerdì, alla presenza del presidente e del direttore dell’Accademia, Mario Rampini e Paolo Belardi, dell’assessore regionale alla Cultura, Fernanda Cecchini, e del presidente di Sistema Museo, Gianluca Bellucci. Per il resto, si vedrà presto. Beverly Pepper non è una che pensa: fa.