Di Maio a Terni: “Riprendiamoci l’Ast”, si allarga il fronte sindacale, il vescovo dal Papa con gli operai
TERNI – “O fuori o dentro la porta al Mise io ci sarò. A quel tavolo non si potrà parlare di ammortizzatori sociali, ma di sviluppo dell’acciaieria, non è solo l’azienda che può prendere decisioni sulle sorti della fabbrica” lo ha detto il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio oggi in visita istituzionale Terni per incontrare gli operai dell’Ast. Incontro che si è tenuto nell’auditorium dell’Acciaieria alla presenza delle istituzioni locali. “Non bisogna pensare che l’unica strada sia quella della proprietà – ha aggiunto Di Maio – ma governo e istituzioni regionali devono collaborare per trovare stanziamenti affinché l’industria rimanga sul territorio. Bisogna dire alla proprietà: “se tu te ne vuoi andare noi ci prendiamo lo stabilimento”.
Di Maio suggerisce di ricorrere al Fondo strategico italiano, anche con il supporto dell’università attraverso le risorse del progetto Horizon 2020. Il vicepresidente della Camera si è augurato che “la questione dell’Ast sia all’interno del decreto Sblocca Italia . Qualora non fosse così presenteremo in parlamento emendamenti per sostenere questo stabilimento. Il problema degli acciai non è uno dei problemi nazionali – ha aggiunto ancora – è il problema. Serve un piano nazionale per il settore”.
Nella giornata di oggi c’è da registrare l’allargamento del fronte della protesta sindacale anche all’indotto dei trasporti che scende al fianco dei metalmeccanici.
La segreteria regionale Filt Cgil dell’Umbria ha proclamato lo stato di agitazione del personale operante all’interno del sito per consentire ai lavoratori di aderire alle iniziative che i metalmeccanici organizzeranno nelle prossimo ore e fino al termine della vertenza.
Entrando nel merito della vicenda, la Filt Cgil osserva che “rilanciare il sito significa anche rivedere i costi della logistica sia in termini economici che sociali, vediamo poco credibili le alternative all’asse Orte-Civitavecchia, fermo restando i limiti del patto di territorio – che su questo specifico aspetto non ha compiuto gli investimenti previsti – bisogna dare risposte ai portuali di Civitavecchia che con noi si stanno battendo per la difesa del sito e con i quali siamo costantemente in contatto. Con il ridimensionamento in atto – continua la Filt dell’Umbria – gli sforzi fatti in altri anni per salvaguardare il sito dell’officina che ripara i carri Cargo di Terni, rischiano di essere stati vani e la sopravvivenza stessa del trasporto merci su rotaia nella nostra regione sarà pesantemente messo in discussione se, l’acciaieria non sarà più quella che è oggi”.
L’organizzazione sindacale quindi respinge in moto categorico “il disegno della Thyssen di scaricare esclusivamente sui lavoratori il recupero dei maggiori costi sostenuti per completare un piano che è solo finanziario e non ha un progetto industriale. Cosa che si ripercuote anche nel sub-appalto dove si è creato, in questi anni, un vero e proprio cono d’ombra e per questo l’anello più debole della catena. Se la multinazionale tedesca pensa di aver terreno più facile perché li ci sono lavoratori più frammentati e deboli – conclude la Filt Cgil Umbria – diciamo sin d’ora che come sindacato metteremo in campo tutti i mezzi a nostra disposizione per tutelare i lavoratori del settore”.
Intanto ieri si è tenuto un incontro tra l’amministratore delegato della Thyssen, Lucia Morselli, e i sindacati Ast. A pochi giorni dal tavolo romano, l’Ad ha convocato i rappresentanti dei lavoratori per chiarire alcune notizie circolate in questi giorni sugli avvicendamenti dei vertici aziendali. “E’ stato in incontro lampo e interlocutori” dice Gioacchino Olimpieri della Fismic. La Morselli ha confermato l’avvicendamento ai vertici del personale tra Diego della Volpe, tornato all’ufficio legale, e Arturo Ferrucci nuovo responsabile unico del personale.
“La Morselli ha motivato questa scelta – racconta Olimpieri – con la necessità di avere un unico interlocutore e non due. Prima, infatti, Della Volpe e Ferrucci avevano sostanzialmente le stesse competenze”. Smentiti i rumors intorno al prossimo siluramento dei dirigenti Battistoni (Aspasiel) e Babucci (Ast). Nell’incontro nessuna delle parti è entrata nel merito del piano industriale. Una mossa tattica che sta a dimostrare che su quella questione la partita si gioca altrove. A tal proposito sarà importante vedere la composizione di quel tavolo del 4 settembre al Mise e in particolare di capire se ci sarà Morselli per la Thyssen, delegittimata prima dai sindacati e poi dalle istituzioni locali, o, come chiesto anche dal sindaco Di Girolamo e dalla presidente della Regione, Marini, direttamente la Thyssen. Fondamentale per capire che piega prenderà, sarà anche l’intervento che sulla vicenda farà il Governo.
Sul fronte della mobilitazione dei lavoratori: domani ci sarà la pedalata dell’acciaio che toccherà i luoghi principali della città e domenica la trasferta a Roma per l’Angelus del Papa, sperando che il Pontefice riservi una parola di conforto agli operai. Ad accompagnare i lavoratori ci sarà il vescovo Giuseppe Piemontese. “Tutta la comunità cristiana della Diocesi di Terni-Narni-Amelia – ricorda monsignor Piemontese – avverte la gravità di questa situazione e paventa conseguenze umane e sociali dolorosissime per famiglie, uomini, donne e bambini di tutta la comunità ternana. Vogliamo esprimere la speranza che si possono ancora trovare soluzioni che abbiano come priorità le persone, che hanno contribuito negli anni allo sviluppo e al prestigio dell’Ast”.
Il vescovo martedì a Terni parteciperà anche alla veglia di preghiera per il lavoro, organizzata dalla diocesi alle 21 presso il santuario di Sant’Antonio da Padova.