Perugina, è stato di agitazione. Il segretario nazionale Flai: “Atto di arroganza dell’azienda”
PERUGIA – “Il comunicato da parte del capo mercato Nestlé Leo Wencel il quale afferma che alla fine della Cigs per 340 lavoratori non ci sarà più un futuro certo in Perugina, lanciato solo poche ore dopo l’incontro in Confindustria, in cui, seppur tra mille difficoltà, si era cercato di trovare alcune posizioni condivise, porta la Rsu – è detto in un suo comunicato – a dichiarare lo stato di agitazione”.
“Con questa dichiarazione – proseguono i sindacati – ancora una volta Nestlé straccia completamente l’accordo firmato un anno fa che ricordiamo a tutti aveva la finalità di riassorbire gli esuberi e di gestire eventuali situazioni di criticità senza impatti sociali. Quello che invece emerge è la visione da parte di Nestlé di voler fare della Perugina una ‘fabbrichetta da sottoscala’”.
“La Perugina che abbiamo in mente noi – spiega la Rsu – è una fabbrica nuova, che sia competitiva e capace di attrarre nuovi volumi e produzioni, ed è con questo spirito che abbiamo firmato accordi che prevedono anche sacrifici economici”. Il 14 giugno si svolgeranno intanto le assemblee generali e il giorno successivo è stato convocato il tavolo istituzionale alla Regione Umbria.
La tensione è comunque alta. Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil spiega che: “Alla Perugina si sta consumando un atto di arroganza da parte della più grande multinazionale del settore del food del mondo: la Nestlè pensa di passare con un rullo compressore sul territorio, a prescindere dagli accordi che sono stati sottoscritti con il sindacato meno di un anno fa”. “Era ben presente a tutti – dice Macchiesi in una nota – che un piano così complesso, per raggiungere gli obiettivi prefissati, necessitava di 4/5 anni. Oggi l’amministratore delegato di Nestlè Italia, Leo Wencel, ha deciso che, dopo una fase di condivisione, il sindacato non serve più, le Rsu non servono più, i lavoratori della Perugina possono essere tagliati, lo stabilimento può rimanere aperto sei mesi l’anno. Questa non è la Perugina pensata nell’accordo un anno fa!”, ribadisce Machchiesi. “Nella battaglia che vogliamo rilanciare con i lavoratori interessati – conclude Macchiesi – chiediamo alle istituzioni e al Governo nazionale di chiedere conto alla Nestlè di cosa intenda fare con i fondi pubblici del nostro Paese che si appresta ad avere con i vari piani di ristrutturazione e piani industria 4.0”.