Nasce “Corale”, il progetto del Teatro stabile dell’Umbria per le zone terremotate

PERUGIA – Dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, Norcia, Cascia, Preci e le frazioni limitrofe hanno visto messa a dura prova la propria identità di luogo, divenendo cratere di uno dei terremoti più violenti dell’ultimo secolo in Umbria. Migliaia di persone hanno perso la propria abitazione. Molti sono andati a vivere in tendopoli e poi in container, o affittando roulotte e camper, molti sono stati trasferiti in alberghi nella regione, più di 1000 usufruiscono della mensa collettiva. Non ci sono più negozi, spazi per attività sociali, non esiste più la possibilità di andare a teatro. Esiste una paura diffusa, e un silenzio che ora pervade tutto il territorio del Parco dei Sibillini.

CORALE nasce con l’idea di incontrare gli abitanti di questi luoghi, di ricucire la ferita che li ha strappati dai loro punti di riferimento quotidiani, proponendo la creazione di un presidio culturale che veda gli abitanti partecipanti attivi del progetto artistico.

Il progetto rappresenta un’iniziativa di solidarietà che ha visto partecipi le realtà più innovative del teatro umbro unite da una comune volontà di contribuire a rimettere in moto la vita sociale e comunitaria dei luoghi colpiti dal sisma.

Finalità CORALE si propone come uno degli attori della ricostruzione della vita sociale e comunitaria delle popolazioni colpite dal terremoto. Siamo convinti che nell’emergenza post- terremoto, oltre ad occuparsi della ricostruzione materiale di ciò che è stato distrutto, ci si debba contemporaneamente occupare di rimettere insieme il senso di comunità, la vita sociale, l’identità di una collettività. Se non ricostruiamo queste comunità i luoghi ricostruiti saranno luoghi disabitati. Il terremoto è una ferita sulla pelle della terra e nell’anima degli uomini. L’arte può essere uno dei fattori che aiutano a guardare e a rimarginare quella ferita dell’anima.

Obiettivi: 1_Il primo obiettivo è quello di non fare sentire abbandonata la comunità di riferimento. Non solo persone che scappano ma anche persone che vengono e decidono di trasferirsi a vivere per un tempo in quei territori: essere un elemento di rinascita.

2_Il secondo obiettivo è quello, attraverso gli strumenti dell’arte, di attivare diverse forme di socialità nel territorio in maniera trasversale rispetto alle fasce d’età.  Attraverso laboratori per bambini, adolescenti e adulti, camminate pubbliche, cene sociali, cineforum e un lavoro capillare di ascolto,  CORALE collabora a ritessere la rete sociale del territorio colpito dal terremoto

3_Il terzo obiettivo è quello di trasformare il punto di vista sull’evento catastrofico del terremoto. Riuscire a superare la condizione di shock e di trauma, elaborando la perdita e aprendosi ad una  visione di speranza e di futuro.

Gli strumenti

1_l’arte come strumento per fare comunità:

il gruppo è formato da professionisti nell’ambito artistico in particolare nell’ambito performativo e architettonico. Nel gruppo sono presenti attori, danzatori, registi, drammaturghi, architetti, curatori d’arte. Tutti i componenti del gruppo, seppur con professionalità e competenze diverse, sono uniti dal desiderio di mettere il proprio sapere a disposizione della comunità ospitante e allo stesso tempo di contribuire come uomini e donne alla rinascita della comunità locale. In quanto artisti, sentiamo il bisogno, in momenti d’emergenza come questo, di poter dare una mano, di essere utili oltre il confine del nostro specifico lavoro.

2_L’ascolto attivo:

il progetto si è dato una parola chiave di lavoro: delicatezza.

Da quando abbiamo cominciato a lavorare su CORALE, facendo molti sopralluoghi nelle aree del terremoto, abbiamo capito che la cosa fondamentale è la delicatezza con cui entrare, come stranieri, in queste zone. Le prime azioni intraprese sono state quindi quelle di mettersi in una dimensione di ascolto, disponibili a raccogliere i racconti delle persone, con la consapevolezza che il raccontarsi è il primo passo per ricostruire una fiducia nel futuro.

3_Il presidio artistico/ la casa degli artisti e della comunità:

Dopo la fase di ascolto l’idea è di passare all’azione costruendo qualcosa di simbolico e concreto allo stesso momento. Una casa per artisti, una casa per la comunità.

Il progetto della casa nasce dall’idea di proporre uno spazio con delle qualità architettoniche di livello, capace di far interrogare le persone sul loro modo di abitare e auto definire il proprio spazio di vita. Inoltre la casa è il simbolo dell’intimità ma anche il luogo dell’incontro, il luogo della stabilità e della continuità.

La casa sarà uno spazio di residenze artistiche che, di volta in volta, verrà abitato da artisti che verranno qui a ideare e a proporre alle persone il proprio lavoro artistico.

Ci sarà un nucleo che abiterà costantemente la casa per garantirne la manutenzione, il buon funzionamento e allo stesso tempo un quotidiano condivisibile con le persone che tutti i giorni abitano il paese, e poi un gruppo mobile di artisti che si succederanno durante il periodo del progetto, per periodi di circa una settimana di lavoro

Gli artisti invitati saranno sia artisti umbri che nazionali ed internazionali scelti dai proponenti del progetto.

4_Le attività culturali:

Gli abitanti della casa proporranno attività culturali aperte al pubblico sia dentro che intorno la casa, che  nel paese. La prima comunità di riferimento sarà ovviamente quella del paese che ospiterà il presidio.

Cene all’aperto, laboratori di teatro e danza per bambini, laboratori di autocostruzione, cineforum all’aperto, escursioni, piccoli concerti e feste saranno alcune delle possibili proposte.

Inoltre il Teatro Stabile dell’Umbria proporrà la partecipazione di alcuni artisti e attori coinvolti nella programmazione della stagione di prosa corrente,  che durante il periodo del progetto verranno nelle zone del terremoto per partecipare della vita della comunità e proporre alle persone alcuni pezzi del loro repertorio.

5_Il coinvolgimento della popolazione:

Il progetto intende inoltre supportare tutte le iniziative già presenti nel territorio mettendo a propria disposizione le competenze e le energie del gruppo di lavoro. Alla fine del progetto sarà importante valutare con l’amministrazione locale quale destinazione dare alla casa e al progetto: la casa potrebbe essere regalata al comune che potrebbe utilizzarla per iniziative proprie o identificare un gruppo di cittadini per gestirla continuando cosi il lavoro.

La prima tappa

novembre 2016 – giugno 2017

CORALE

Co-creazione di un rituale per il paese di Preci

Il progetto ha avuto una prima fase di esplorazione delle aree del cratere. Per mesi abbiamo frequentato la zona di Norcia in punta di piedi, semi-invisibili cercando di leggere le dinamiche che abitano questo territorio.  Col tempo abbiamo capito che la zona di Norcia era sotto una forte pressione sia del mondo mediatico sia della popolazione che richiedeva con forza un ritorno alla normalità. Abbiamo sentito che le frazioni e i paesi più piccoli potevano essere un luogo dove il nostro intervento poteva avere un’incidenza e una necessità maggiore. Nel mese di aprile siamo arrivati a Preci e qui grazie all’apertura dell’Amministrazione Comunale e del sindaco Pietro Bellini abbiamo deciso di cominciare a lavorare.

Dopo un mese di residenza nel paese di Preci, ci accingiamo a realizzare una festa, un rituale collettivo con le persone del luogo. Sono stati giorni d’ingresso nella comunità che ci ha accolto con un entusiasmo senza pari. Abbiamo lavorato su molti livelli, ascoltando le storie delle persone legate all’esperienza del terremoto, organizzando pomeriggi di gioco con i bambini, costruendo tavoli e sedie che abbiamo distribuito nei luoghi pubblici del paese, trasformando un campo abbandonato in un giardino, facendo i camerieri e contribuendo con dj set alle feste patronali: abbiamo condiviso con loro un pezzo di vita.

Sabato 17 Giugno faremo una grande festa a Preci per raccontare e condividere questo tempo di lavoro, sperando che questo primo gesto contribuisca energeticamente e concretamente a costruire un orizzonte possibile. Chiudiamo un ciclo, per riaprirne presto uno nuovo.

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