Art therapy tour: l’arte per superare il dramma del sisma
Questo primo ‘viaggio’ di arte terapia prevede 6 tappe ognuna di 5 incontri, dal lunedì al venerdì, e vedrà protagonisti i bambini -accompagnati un giorno anche dagli adulti di riferimento- con l’obiettivo di provare a elaborare insieme i vissuti legati al sisma.
Il terremoto, oltre a distruggere case e luoghi, mina profondamente il senso di sicurezza nelle persone e nelle comunità. Attraverso gli interventi di arte terapia, il progetto vuole offrire un’esperienza che possa far rivivere, da protagonisti attivi e creativi, gli accadimenti passati per attivare il processo di elaborazione delle emozioni connesse agli eventi traumatici subiti.L’obiettivo è quello di intervenire concretamente per aiutare le persone a ricostruire i propri ‘luoghi interiori’ attraverso due esperienze artistico-estetiche diverse, entrambe utili allo sviluppo della consapevolezza e del senso di realtà, nei bambini e negli adulti di riferimento.
GLI INTERVENTI DI ARTE TERAPIA nel dettaglio
La prima parte, dal titolo “Distruggere per creare”, collaudata da due anni nel lavoro che Monica Grelli svolge insieme ai bambini delle Scuole Primarie di Perugia, aiuterà a riattualizzare un evento traumatico come il terremoto. Ciò è indispensabile affinché ciascuno dei partecipanti possa compiere un importante spostamento emotivo rispetto la situazione vissuta, da soggetto passivo a soggetto attivo. Esperire la rabbia e la forza all’interno della relazione terapeutica e in una condizione di sicurezza aiuterà i partecipanti a nominare e ad elaborare, durante il processo artistico, vissuti altrimenti difficili da esprimere.
La seconda parte della settimana sarà dedicata alla modellazione dell’argilla finalizzata alla costruzione di un ‘Villaggio’ sicuro che, metaforicamente, corrisponde al luogo nel quale stare bene, individualmente o in collettività. La casa rappresenta il luogo certo, lo spazio che custodisce i propri affetti e la propria sfera emotiva, è metafora di sé. Per chi ha vissuto e vive nei luoghi terremotati, la casa è anche ciò che “si è rotto o perduto” e il poterla costruire diviene espressione anche di desideri, di sogni e di possibilità di intervento sulla realtà.
Il Villaggio rappresenterà quindi l’insieme delle case interiori di ognuno, trasmettendo con forza il senso di comunità e di appartenenza, in opposizione all’atteggiamento difensivo post traumatico che induce alla chiusura e al nocivo isolamento.
Gli incontri di arte terapia si svolgeranno all’interno di spazi comuni, nelle ludoteche e in ambienti messi a disposizione delle associazioni o dalle amministrazioni locali che in alcune occasioni forniranno anche il trasporti gratuitamente. Ogni comunità avrà il proprio “baule dei materiali” con cui poter lavorare, nutrimento prezioso, indispensabile e unicamente messo a disposizione al fine di sostenere il valore proprio di ciascuno, singolo e collettivo. La rete che si sta creando attraverso il progetto vedrà coinvolti anche artigiani e associazioni dei territori interessati, affinché questa esperienza possa diventare un momento di unione e attivazione collettiva tesa al ritrovamento dell’armonia tra individuo e città, o società.
IL PROGETTO Art Therapy Tour 2017
Questo progetto nasce dalle esperienze, dalle menti e dai desideri di Monica Grelli e Loretta Salzillo, affermate arte terapeute, anche formatrice e supervisore-didatta la seconda.
Entrambe hanno condiviso, seppur in maniera diversa, l’esperienza del terremoto e proprio da quel sentire comune, dalla compartecipazione di emozioni, stati d’animo e forti delle conoscenze e competenze proprie del loro intervento clinico di arte terapeute, hanno dato forma all’idea di un intervento di arte terapia con i bambini dei paesi colpiti, in particolare quelli “silenti”, di cui pochi parlano e che rischiano di essere dimenticati.
Il terremoto è un evento imprevedibile, almeno nel tempo, che distrugge, insieme alle cose e all’ambiente, la vita delle persone, rendendole insicure e intaccando il loro senso di continuità, anche collettiva.
Se da un lato la ricostruzione può curare quelle ferite e facilitare il ritorno a una vita “normale”, dall’altra sappiamo che gli esiti di un trauma di questo tipo minano nel profondo il senso di sicurezza di sé e del proprio essere nel mondo.
Come la guerra, il terremoto lascia tracce, nel corpo e nella mente, e determina non solo il modo di vivere il presente ma anche e soprattutto la possibilità o meno di pensare il futuro, avere sogni e orizzonti.
Le persone vivono in uno stato d’allerta continuo e, per chi è stato colpito direttamente dal sisma nel 2016, lo stato di ipervigilanza (iperarousal) è maggiormente rafforzato dal fatto che la terra non ha mai smesso di tremare. Le popolazioni non riescono quindi a vivere il presente perché ancorate ai ricordi di un passato che non può essere dimenticato. I sintomi e gli effetti del PTSD, Disturbo Post Traumatico da Stress, sono noti e possono compromettere gravemente la salute psicofisica delle persone, anche in maniera definitiva, se non si approntano gli opportuni interventi di sostegno e cura. Diventa quindi fondamentale un intervento tempestivo sia sulla ricostruzione reale dei luoghi sia sulle persone, minori e adulti, affinchè possa esserci per loro una speranza di continuità.
L’arte terapia psicodinamica diventa uno strumento utile e prezioso, in particolare in presenza di un trauma come questo: utile in quanto consente di affrontare il tema attraverso la metafora, proteggendo in tal modo la persona dalla ritraumatizzazione; prezioso poiché, andando ad attivare il processo creativo, permette il fondamentale passaggio dall’essere vittima di un evento all’essere protagonista, o soggetto agente, di un fenomeno, passaggio fondamentale per potersi riappropriare della propria vita e ricostruirla.
I materiali, il processo e il prodotto artistico divengono quindi elementi di cura, medium di comunicazione tra ‘dentro’ e ‘fuori’ della persona e tra i partecipanti. L’arte terapeuta utilizza questi elementi per far emergere i vissuti e le emozioni, attivando e facilitando la condivisione anche senza l’utilizzo delle parole, per dare avvio al processo di elaborazione e trasformazione delle opere e dei vissuti che significano.
RICOSTRUIAMO I NOSTRI LUOGHI
È la metafora della ricostruzione di sé, anche tragicamente reale per le persone di quelle regioni colpite dal sisma. L’intervento di arte terapia “ripercorre” gli eventi e l’esperienza estetica propria del processo artistico lega le persone al presente, al qui ed ora, offrendo loro la possibilità di sentirsi in sicurezza, di differenziare i tempi e di attivare il processo di storicizzazione.Passato e presente sono quindi distinti e individuabili e ciò è fondamentale per poter vivere il presente e pensare al futuro.
Distruggere, selezionare, ricostruire, trasformare sono le esperienze che le persone saranno guidate a fare. Costruire la propria casa e il proprio villaggio ha quindi lo scopo di permettere a ciascun partecipante di costruire sé stesso, la casa, e il luogo relazionale in cui vive e in cui vorrebbe vivere. Nel percorso, e attraverso i materiali utilizzati, sarà possibile dare forma a ciò che c’è ma sarà possibile anche cambiarlo e tutto questo attraverso l’intervento di ascolto, sostegno che l’arte terapeuta farà, sia sul singolo che sul gruppo.
Chi è “TRA”?
“TRA” arteterapia è un associazione senza scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale. Applica l’arteterapia in contesti di prevenzione, riabilitazione e cura. Promuove in Italia e all’estero convegni, seminari, incontri, workshop utili al perfezionamento e potenziamento del metodo psicodinamico dell’arte terapia.