Caldo torrido e siccità, allarme del Wwf: “In Umbria acquedotti colabrodo, serve risposta adeguata”
L’Umbria è nella morsa del caldo torrido e della siccità, ma la rete idrica pubblica è colabrodo, con continue perdite e rotture che non consento una risposta adeguata a situazioni di emergenza. La denuncia arriva dal Wwf, con il presidente della sezione di Perugia dell’associazione, Sauro Presenzini, che segnala diverse problematiche.
“La risposta dei gestori dei pubblici acquedotti – afferma – è totalmente inadeguata, al limite dell’inerzia. Manca una strategia di medio-lungo respiro. Quotidianamente, a fronte dei 100 litri prelevati alla sorgente, soltanto 60 litri giungono ai nostri rubinetti, gli altri 40 litri vengono dispersi dalle tubazioni fatiscenti, che oggettivamente sono inadeguati, vecchi, vulnerabili e non sicuri! Emblematico il caso dell’acquedotto di Foligno, di cui alcuni importanti tratti ancora in esercizio, addirittura risalgono al 1928”.
“In moltissimi acquedotti – continua il presidente Wwf Perugia – sono poi presenti le fragilissime e famigerate condutture di cemento/amianto, non esattamente un materiale rassicurante in caso di rottura, con dispersione di frammenti, polverizzazione, abrasione o semplice cessione delle fibre per usura”.
“A Perugia ad esempio – evidenzia fra l’altro Presenzini – la situazione è drammatica, un solo dato che ben evidenzia lo stato pietoso delle nostre tubature: 1550 riparazioni/interventi in appena 2 mesi per tamponare le perdite dagli acquedotti colabrodo che fanno acqua da tutte le parti! Occorre una rivoluzione culturale da parte di chi gestisce ed amministra il bene pubblico e una risorsa naturale oggi preziosissima, pretesto per nuove guerre, in luogo del petrolio”.