Castelvecchio di Preci, corsa ad ostacoli dopo il terremoto
PRECI – Una piccola frazione incastonata tra pievi e chiese medievali, una cornice tipica dei borghi dell’alta Valnerina. Ma Castelvecchio è anche un bacino di attività economiche: qui ricadono quattro delle maggiori imprese turistiche del comune Preci. Ad accogliere i visitatori c’è però uno scenario scoraggiante: strade dissestate e illuminazione carente.
A quasi un anno dal sisma, il paese è come sospeso tra la voglia di rimettersi in cammino e qualche zavorra. Certo, le case hanno retto bene e la successiva messa in sicurezza della Chiesa di San Giovanni Battista ha permesso di ridurre la zona rossa. Per contro, alcuni interventi andrebbero sbloccati quanto prima per salvaguardare il tessuto imprenditoriale della zona.
L’allarme arriva dall’associazione “Amici di Castelvecchio”, che si batte da sempre per promuovere la vita sociale e culturale del paese. Il presidente è Giandomenico Piermarini, direttore del Conservatorio de L’Aquila, che qui ha la casa dei nonni e i ricordi dell’infanzia. «Chiediamo all’amministrazione comunale di Preci di esserci più vicina – spiega – attraverso accorgimenti concreti».
Ad esempio la strada comunale che collega gli agriturismi “La Rocca del Nera” al “Collaccio” è un pessimo biglietto da visita per i numerosi turisti italiani e stranieri che si trovano a percorrerla, mentre la strada comunale per Saccovescio è percorribile solo con un 4×4. Ma la burocrazia e la trascuratezza colpiscono anche le iniziative meritevoli. È il caso dell’illuminazione da rinnovare: perfino i pali della luce già acquistati dal comune prendono muffa in magazzino. «Installare in un borgo storico come Castelvecchio dei lampioni rifiniti ed esteticamente gradevoli – affermano in coro gli abitanti – è una priorità».
Inoltre l’associazione chiede da anni di terminare a proprie spese una casetta in legno da destinare alle attività ricreative dei giovani. Ebbene, i permessi a distanza di anni ancora non sono arrivati. «Capiamo le difficoltà del momento – continua Piermarini – ma a volte basta poco per fare la differenza e seguire le esigenze delle frazioni».
Ricordiamo che l’associazione “Amici di Castelvecchio” è nata intorno ad un progetto ambizioso: il restauro dell’organo settecentesco della Chiesa. Il programma si è arenato sul più bello: poco prima dell’inaugurazione, è arrivata la scossa del 30 ottobre. La Chiesa è crollata trascinandosi dietro anni di lavoro. Ma se il restauro si è interrotto, non si può dire la stessa cosa dell’associazione, che ha raddoppiato gli sforzi.