Lettere dall’Emigrazione per il Festival delle Corrispondenze
MAGIONE – Missive di chi è partito dall’Italia tra Ottocento e Novecento e scrive ai suoi cari ora lontani, che restituiscono spaccati di vita da emigrante. Su questi documenti si è basata la giornata di studio a Monte del Lago di Magione sabato 2 settembre, organizzata nell’ambito della collaborazione del Festival delle corrispondenze con l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc). ‘Da un Paese lontano. Lettere dell’emigrazione’ il titolo dell’incontro che ha visto la presenza di studiosi del settore, a cui ha collaborato anche il Museo regionale dell’emigrazione Pietro Conti. A coordinare i lavori è stato Maurizio Tarantino del comitato scientifico del festival insieme a Vanni Ruggeri, presidente del Consiglio comunale di Magione con delega alla cultura, anch’egli all’evento. Tra gli altri anche Mario Tosti, presidente di Isuc. Nel corso del convegno sono intervenuti Fabio Caffarena e Carlo Stiaccini dell’Archivio ligure della scrittura popolare e Centro internazionale studi emigrazione italiana con un contributo sulle scritture di emigrazione tra dimensione privata e prospettiva storica, Patrizia Marchesoni della Fondazione Museo storico del Trentino che ha proposto storia dell’emigrazione trentina dall’archivio cartaceo a quello digitale, Alberto Sorbini, direttore dell’Isuc, che ha parlato dell’alimentazione nelle lettere degli emigranti e Maria Grazia Salonna, ricercatrice di storia locale, che ha riportato attraverso le lettere il caso di un emigrato marchigiano nell’America della grande depressione. “Questo convegno – ha dichiarato Vanni Ruggeri – è il cuore scientifico del festival. Da tre anni a questa parte Isuc collabora con il festival creando quella cifra monografica che costituisce la principale novità delle ultime edizioni. Abbiamo iniziato con le lettere di pace e le lettere di guerra, l’anno scorso abbiamo avuto uno straordinario viaggio tra il gran tour letterario di Settecento e Ottocento, quest’anno tocchiamo un argomento di stringente e forse spinosa attualità”. “Isuc da decenni – ha spiegato Tosti – si occupa del fenomeno migratorio. Il salto di qualità con l’argomento del convegno di quest’anno è il passaggio dall’aspetto demografico a quello socioculturale dell’emigrazione. Abbiamo visto la presentazione di lettere molto interessanti che possono essere oggetto di studio sia da parte di storici che di linguisti e che soprattutto ci restituiscono quella dimensione umana che sta dietro ogni flusso migratorio”. “Quello del convegno è un tema particolarmente interessante – ha confermato Sorbini – perché c’è molto materiale e per i migranti le lettere erano l’unico sistema con cui poter comunicare con quelli che restavano a casa. Le lettere sono anche una fonte molto importante per ricostruire il rapporto con l’alimentazione delle persone che emigravano in Paesi sconosciuti nei quali c’è, per esempio, un capovolgimento delle gerarchie alimentari soprattutto legato alla carne. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in Italia, soprattutto tra i contadini, c’era uno scarso consumo di carne mentre in territori come Argentina e Brasile all’improvviso gli italiani si ritrovano a mangiare tanta carne che per quantità e costo esiguo in qualche modo sostituisce il pane”. “Sono molto felice – ha dichiarato Tarantino – della scelta di questo tema. Il festival è una manifestazione molto composita con mostre, incontri, momenti spettacolari, però il convegno è qualcosa a cui teniamo particolarmente perché dà peso e sostanza insieme al Premio Vittoria Aganoor Pompilj”. La cerimonia dei vincitori di questo premio letterario alla XVIII edizione sarà domenica 3 settembre alle 17.30 in Piazzetta sant’Andrea. Domenica, ultima giornata del festival, tanti gli eventi in programma tra cui il secondo degli appuntamenti dedicati ai documentari dell’Istituto Luce, ‘Mio Duce ti scrivo’ alle 16 a Villa Aganoor. Epistole e corrispondenze si intrecciano poi alla musica, al teatro e allo spettacolo come nel reading musicale, alle 22, ‘Lettere a Theo’, l’epistolario di Vincent van Gogh con il fratello. Gastronomia e cultura del cibo si possono apprezzare grazie al legame con la Zzurla che dalle 19 permette di gustare piatti tradizionali a lume di candela nel giardino di Villa Aganoor.