Il sonno della ragione
di Pierluigi Castellani
Sembra che la ragione sia davvero scomparsa nel sud-est asiatico e che il suo sonno lasci spazi a mostri e minacce ,che non ci saremmo mai sognati che ricomparissero sulla faccia della terra. Eppure è così. Che altro pensare dopo l’ultimo esperimento nucleare della Corea del Nord che ha provocato un terremoto di livello 6.3, avvertito anche in Russia? Non si sa quale motivazione alberghi nella testa di Kim Jong-un , quali siano gli obbiettivi di quest’ultimo rampollo della dinastia King, che governa con pugno di ferro da mezzo secolo al di là del 38° parallelo. Sta di fatto che questa ultima provocazione ha allarmato l’intero pianeta tanto che anche Russia e Cina hanno preso nettamente le distanze dal regime nordcoreano.
Ma l’isolamento sembra che non preoccupi più di tanto chi governa a Pyongyang e che prevalga l’obbiettivo di dimostrare a tutto il mondo che la Nordcorea detiene bombe atomiche ben più potenti e devastanti di quelle che furono sganciate sul Giappone alla fine della seconda guerra mondiale. I disegni del dittatore nordcoreano sono veramente imperscrutabili. Quali sono i veri obbiettivi di un regime comunista , uno dei pochi rimasti sulla terra, che si preoccupa più di quello che può pensare l’intero pianeta rispetto alle condizioni economiche dei propri cittadini, che non sembrano navigare certamente nell’abbondanza? Senza dimenticare il fatto che il regime di King Jong-un non ha praticamente amici nel resto del pianeta e che non desta attenzione se non da parte di qualche politico nostrano di corto pensare, che si è recato a Pyongyang in vena soltanto di mostrare qualche provocatoria foto in compagnia di qualche referente di quel governo. Ma le provocazioni nordcoreane purtroppo non sono un goliardico scherzo, che si può facilmente rimuovere, perché creano tensioni pericolose con chi si sente minacciato da incursioni missilistiche a testata nucleare a cominciare dalla Corea del Sud, dal Giappone e dagli USA. Per ora Trump si è limitato ad esternazioni minacciose, ma non è dato sapere quale linea prevalga all’interno dell’amministrazione americana, che sta rivelando tutta la sua contraddittoria improvvisazione. Basti ricordare che Trump è stato eletto sulla base di un programma elettorale di tipo isolazionistico, che metteva anche in dubbio il ruolo della Nato e con promesse di intensa amicizia con la Russia di Putin.
Ed ora invece ci troviamo con un Trump dal cipiglio guerresco, che rinforza il contingente americano a Kabul , che conferma tutti gli impegni americani nella Nato e che si trova improvvisamente ad alimentare una nuova guerra fredda con la Russia a suon di chiusura di sedi diplomatiche e di cacciata reciproca di personale diplomatico di entrambi i paesi. Sta venendo meno quello che per tanti anni è stata la sicura e rassicurante leadership americana per tutto l’occidente, mentre sta avanzando il protagonismo economico ed ambientale della potenza cinese. Non si può stare solo a guardare, c’è bisogno che l’Europa ritrovi la sua forza economica e culturale e soprattutto la sua interna unità e solidarietà. Altrimenti ci faremo tutti trascinare dagli eventi senza che venga assicurato un qualche ragionevole approdo. La ragione deve risvegliarsi e deve tornare ad alimentare programmi ed obbiettivi di pace.