Marsciano, botta e risposta sui tirocini. L’assessore Bonomi: “L’opposizione guarda il dito e non la luna”
MARSCIANO – Non c’è accordo tra la maggioranza e l’opposizione a Marsciano. E’ di pochi giorni fa l’attacco del consigliere di centro destra, Andrea Pilati, in merito ai 16 tirocini formativi che verranno attivati nella zona sociale n. 4 (scadenza per la presentazione delle domande il 13 settembre), per cui Pilati sosteneva una poca visibilità e criticava soprattutto il criterio di valutazione dell”ISEE. A rispondergli è ora l’Assessore alle politiche sociali, Valentina Bonomi, con una lunga nota stampa: “concentrarsi sulla mancanza di un comunicato con il quale si annuncia la possibilità di candidarsi ai tirocini formativi – già per altro annunciati anche a mezzo stampa in molte altre occasioni in cui si è parlato dell’attività della Zona sociale 4 in materia di politiche attive del lavoro e pubblicati sul sito web del Comune di Marsciano – è un po’ fare come quel tale che si fermava a guardare il dito e non la luna che veniva indicata”, attacca Bonomi.
“Infatti – si legge ancora nella nota stampa – nel comunicato del consigliere Pilati passa del tutto in second’ordine il fatto che i tirocini siano stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha saputo ben interpretare la volontà del Comune di Marsciano, capofila della Zona sociale 4, di concentrarsi sulla promozione dell’occupabilità dei giovani del territorio e del sostegno socio economico delle fasce deboli della popolazione attraverso la promozione di politiche attive. Queste azioni, che fanno parte di un pacchetto più ampio, composto da molti interventi di varia natura, è stato reso possibile grazie alla sensibilità della Fondazione e alla capacità di fundraising del Comune di Marsciano, che ha saputo elaborare un progetto degno di attenzione da parte del partner privato e ampliare con fondi economici diversi dai propri il ventaglio di possibilità da offrire ai cittadini della Media Valle del Tevere”.
Sulla questione ISEE (nel bando è richiesta obbligatoriamente), Bonomi spiega: “è necessario chiarire che si tratta di un pacchetto di misure volte a sostenere le fasce vulnerabili della popolazione e dare ai giovani l’opportunità di svolgere un’attività formativa e lavorativa che possa orientarli al mondo del lavoro, costituire un’esperienza importante nel loro curriculum vitae e sostenerli dal punto di vista economico con una retribuzione che, seppur bassa, può dare risposte concrete ad alcune necessità. In questo caso, lo strumento dell’Isee, condivisibile o meno, diventa l’unico che possa essere utilizzato per intercettare le fasce destinatarie dell’intervento. La Zona sociale, inoltre, grazie ad una conoscenza profonda della situazione del territorio e fissando la soglia di accesso alla misura fino a 21mila euro, ha voluto ampliare al massimo la platea dei possibili beneficiari, in quanto, spesso, interventi di questo tipo si rivolgono a famiglie con Isee molto più bassi”. “Quella dei tirocini dedicati ai giovani, ai quali presto si aggiungeranno anche quelli dedicati ad adulti disoccupati, è soltanto una parte degli strumenti dei quali la Zona sociale si è dotata per sostenere le famiglie a rischio di disagio socio economico – conclude – Insieme a questi e alle misure nazionali del Sia e del reddito di inclusione, che dal 2018 permetterà alle famiglie con Isee fino a 6mila euro di poter beneficiare di un sostegno economico dietro la stipula di un patto con i servizi che li possa vedere protagonisti nel superamento delle condizioni che causano il disagio economico, la Zona Sociale 4 porta avanti, per il secondo anno, il progetto ‘Inclusione Attiva’, che non prevede più l’erogazione tout court di contributi economici ma l’attivazione di borse lavoro per soggetti in difficoltà economica. A tutto ciò, come forma di sostegno per le situazioni di povertà più gravi, si aggiunge il protocollo, varato nel corso dell’ultima Conferenza dei Sindaci, tra Zona Sociale, Caritas diocesana di Marsciano e il Comitato Croce Rossa di Todi, per il sostegno all’attività degli empori solidali, in grado di dare risposte immediate alle necessità primarie di nuclei familiari in forte difficoltà economica”.