Perugia, il consiglio comunale ha deciso: iscrivete Joan
PERUGIA– Il Consiglio ha approvato con 16 voti a favore (11 opposizione, Camicia, Perari, Scarponi, Nucciarelli e Leonardi), un contrario (Varasano) ed un astenuto (Sorcini) l’Ordine del giorno dei consiglieri Perari, Scarponi, Bistocchi, Bori, Rosetti, Giaffreda: Trascrizione dell’atto di nascita di un bambino con due madri perugine nato in Spagna.
Illustrando l’atto, Perari ha riferito che il 27/12/2016 è nato a Barcellona un bimbo figlio di due donne italiane sposate in Spagna, iscritte all’Aire di Perugia. Le due donne hanno fatto ricorso alla procreazione assistita e, si legge nell’odg, sono entrambe legate al bambino, la prima per averlo partorito, la seconda per aver donato l’ovulo. Il bambino porta il cognome di entrambe le madri che risultano in Spagna entrambe come genitori.
All’atto della trascrizione dell’atto di nascita presso il Comune di Perugia, tuttavia, lo stesso è stato rifiutato. In realtà, sostengono gli istanti, l’art. 18 DPR 396/2000 esclude la trascrizione degli atti validamente formati all’estero soltanto nel caso in cui essi siano contrari all’ordine pubblico. La Cassazione ha poi escluso la contrarietà all’ordine pubblico dell’atto di nascita validamente formato all’estero che riporta due genitori dello stesso sesso.
In particolare la Corte ha confermato che è trascrivibile l’atto di nascita formato all’estero con entrambe le madri in una fattispecie del tutto analoga a quella del caso di specie in cui le madri avevano fatto ricorso alla medesima tecnica di procreazione medicalmente assistita.
La nota della Prefettura di Perugia N. 47923 del 17 maggio 2017, inviata a seguito della richiesta di parere dell’Ufficio di stato civile, non è vincolante come afferma il Prefetto quando nella stessa si scrive che “nella fattispecie, non si ravvisa l’esigenza di fornire alcun parere”.
Per questo nel dispositivo gli istanti invitano il Sindaco, in veste di Ufficiale di Stato Civile, a riconsiderare la questione e procedere alla trascrizione integrale dell’atto del piccolo Joan con entrambe le sue madri come risulta dall’atto di nascita validamente formato in Spagna.
Bistocchi, aprendo il dibattito, ha segnalato due questioni. In primis ha ricordato che il bambino in questione è legittimamente figlio di due madri perché hanno avuto entrambe un ruolo chiave nella procreazione dello stesso. In secondo luogo – secondo la consigliera – il Comune, rifiutandosi di trascrivere l’atto, ha disconosciuto un fatto obiettivo, ossia la nascita del bambino.
Rileva Bistocchi che oggetto di discussione oggi non è il riconoscimento dell’unione tra due persone dello stesso sesso, ma solamente il rigetto di una legittima trascrizione.
“E’ assurdo, pertanto, che per il Comune di Perugia oggi quel bambino non esista e che, per l’effetto, per la prima volta in Italia sia stata rifiutata una trascrizione dovuta. Riteniamo quindi che questa vicenda debba concludersi oggi in seno al Consiglio comunale con un voto a favore evitando spiacevoli strascichi giudiziari”.
Rosetti ha segnalato che la posizione del M5S è sempre stata chiara sul tema dei diritti individuali: nessuno, in sostanza, deve rimanere indietro.
Per questo il M5S ha inviato al sindaco Romizi una diffida affinché si proceda, in autotutela, alla immediata trascrizione dell’atto di nascita in oggetto; adempimento determinante per poter riconoscere tutti i diritti di cittadinanza al bambino.
A parere della capogruppo, dunque, l’operato degli uffici comunali è stato sbagliato, soprattutto in considerazione del fatto che la giurisprudenza sul punto era ben nota da tempo. “Non si può negare ad un bambino di essere nato. Qui non si parla di opinioni politiche, ma di atti amministrativi dovuti che il sindaco, in quanto ufficiale di stato civile, ha il compito di adottare subito”.
Sorcini ha segnalato che, nel caso di specie, non vi è solamente un problema di normativa, ma anche di etica e di morale. Alla base di tutto, secondo il consigliere Fdi, vi è un errore a monte presente nelle legislazione italiana che dà origine ad una contraddizione: in mancanza di una legge sul punto, cioè, l’Italia costringe le persone (ma solo quelle che possono permetterselo economicamente) a trasferirsi all’estero per procedere alla fecondazione eterologa. Questo, per un paese civile e democratico, è inaccettabile.
Tuttavia – continua Sorcini – ben avrebbe potuto una solo delle due madri avanzare la richiesta di trascrizione dell’atto di nascita, evitando l’insorgere della questione.
Pertanto Sorcini ha preannunciato un voto di astensione non trovandosi d’accordo con nessuna delle due posizioni opposte illustrate dalle parti.