Bellezza e qualità, tappa a Gubbio per parlare di rigenerazione e riqualificazione
GUBBIO – Dopo l’evento zero alla villa del Colle del cardinale e le iniziative su paesaggio a Paciano, promozione del territorio a Narni e cultura a Trevi, il progetto “Bellezza e qualità, i talenti dell’Umbria per lo sviluppo e l’occupazione” del Pd sbarca a Gubbio, per l’ultima tappa tematica dedicata a riqualificazione e rigenerazione. “Siamo arrivati alla conclusione di un percorso – ha sottolineato il segretario regionale dei dem Giacomo Leonelli – che ha toccato temi importanti e coinvolto tutta l’Umbria con l’obiettivo di immaginare un nuovo modello di sviluppo, che guardi alla bellezza e alla qualità come a un motore di crescita e di opportunità, soprattutto per le giovani generazioni”. Focus, stamattina, su riqualificazione e rigenerazione, con il contributo delle istituzioni e di esperti del settore.
Dopo i saluti del sindaco Stirati, di Leonelli, del consigliere regionale Pd Andrea Smacchi e dell’architetto Gianni Fabbretti, si sono sviluppati quattro laboratori partecipati su: “Nuovi scenari per gli ambiti urbani: le periferie al centro”, “Qualità e bellezza dei centri storici”, “Aree industriali dismesse, da problema a opportunità”, “Fondi e risorse: opportunità dall’Europa”. A chiudere, una sessione plenaria che ha coinvolto Silvia Viviani, presidente dell’istituto nazionale di urbanistica, Francesco Giacobone, del Mit, il professor Mariano Sartore, l’assessore regionale Antonio Bartolini, Leonelli e il sindaco di Pesaro e responsabile nazionale Enti locali Pd Matteo Ricci. “Considero quello su Bellezza e qualità un progetto ambizioso – ha sottolineato Leonelli – che vuole arrivare a partorire una proposta organica e innovativa rispetto a una nuova visione di futuro. Ora ci impegneremo a trovare una sintesi delle suggestioni, delle idee e delle proposte che abbiamo raccolto in questi mesi e lanceremo una proposta, che vogliamo partecipata dal Pd a livello territoriale. Con questo percorso abbiamo dimostrato che il Pd non si ferma a iniziative spot, ma ha la capacità di portare avanti un progetto sistemico”.
“Il tema della rigenerazione – poi – è il punto cardine di un progetto di Umbria che vogliamo sviluppare e che si lega ai temi di centri storici, del consumo di suolo, della tutela del paesaggio, del contesto sociale. Abbiamo scelto di anteporre i contenuti a tutto il resto e di giocare una partita importante, quella dello sviluppo sostenibile, che si basa sul rispetto del nostro paesaggio, del nostro patrimonio, dei nostri migliori valori”. “Un tema di enorme interesse” ha detto Stirati che nel suo intervento ha auspicato “che si possa aprire una grande discussione sul tema di città che si basi su una visione e voglia ricostituire un orizzonte.
Discussione nella quale il Pd non può che essere protagonista”. “Abbiamo un patrimonio importante da tutelare e valorizzare – ha sottolineato Smacchi -bellissimi borghi e bellissimi centri storici”. Da un progetto come quello messo in campo dal Pd possono nascere “opportunità per i giovani” anche nella convinzione che “la città esiste se ci sono i cittadini” e che “serve rigenerare il tessuto sociale, “sforzo che come Pd dobbiamo fare insieme”. Sul tavolo della discussione Smacchi ha messo Casa Italia con quello che ne deriva in termini di valorizzazione del territorio; la questione del consumo di suolo e della necessità di cambiare strategia, soprattutto in una regione dove ci sono 8700 appartamenti vuoti di cui più di 5mila nuovi; l’opportunità di intervenire sul tema dell’abusivismo nelle campagne.
A introdurre i lavori dei tavoli laboratoriali Gianni Fabbretti, che ha ricordato il ruolo fondamentale della ricerca e dell’Università in materia di riqualificazione e la centralità dell’aspetto antropologico in urbanistica. Elemento centrale del dibattito l’idea della necessità di immaginare una nuova visione, partecipata, per il futuro del territorio, che sappia capitalizzare le risorse, non solo economiche, a disposizione, in un lavoro di contaminazione e sintesi che non sia chiuso nei confini amministrativi ma che sia fondato su una solida elaborazione strategica.
“Portare velocemente a conclusione il piano paesaggistico, evitando che sia un piano esclusivamente vincolistico”, e “introdurre una norma sul contenimento del consumo di suolo” sono tra le priorità della Regione, secondo Bartolini, insieme alla necessità di semplificare il quadro normativo e di incentivare la programmazione territoriale. Intanto, con le aree interne, nascono nuove forme di collaborazione, buoni risultati vengono dalla sperimentazione sull’agenda urbana mentre si va a sperimentazioni su progettazioni omogenee e a breve, è l’annuncio dell’assessore, approderà in consiglio regionale una proposta di legge sul riuso del patrimonio pubblico e per la sua valorizzazione.
“Dell’esigenza di un nuovo modello di sviluppo – ha ricordato Ricci – si discute da tempo e la crisi diventa uno spartiacque anche di natura economica. Oggi crescono le opportunità di portare avanti modelli coerenti e abbiamo una condizione economica ottimale per portare lo sviluppo dove riteniamo giusto portarlo”. Ad esempio si confermano e si allargano gli incentivi energetici, elemento di convenienza rispetto alla riqualificazione, “che vanno aumentati dalle Regioni e in alcune di queste, come Umbria e Marche, abbinati ad altri strumenti alla luce del tema della prevenzione e del terremoto”. C’è un bando periferie che è una grande occasione di trasformazione per le città.
“Se – dunque – pensiamo che questo sia un settore strategico bisogna investirci in formazione e in consapevolezza dei cittadini. La scelta non è solo rispetto alla sostenibilità ma anche rispetto al modello economico”. In questa visione, che è prima di tutto politica, infine, “c’è un’idea culturale di sviluppo della città, c’è un pezzo di ragionamento che fa riferimento ai temi della mobilità alternativa anche rispetto alla vivibilità dei centri storici, c’entrano investimenti in innovazione e nuove tecnologie, si parla di prospettive europee rispetto alla possibilità di nuovi investimenti”. “È questa la vera sfida per il Partito Democratico nei prossimi anni – ha concluso Ricci – e l’auspicio è che altri partiti regionali copino questo modello di lavoro”.