Slow Food e le sei osterie umbre
In Italia al top della lista della regione con più chioccioline Slow Food si posizionano la Toscana e il Veneto: entrambe ne hanno 26, seguite da Lombardia e Campania con 22, Piemonte con 21, Emilia Romagna e Sicilia 20, Puglia 18 e Lazio 16. E Poi viene l’Umbria che con le sue 6 chioccioline dimostra di sapere puntare su una ristorazione di qualità, autentica, priva di barocchismi e lavorazioni troppo complesse, che non segue le mode. La tipicità e la semplicità sono due caratteristiche di una cucina genuina realizzata con prodotti nostrani di qualità. E tutto ciò si riversa anche nel prezzo che in genere non supera mai le 35 euro. Una cucina insomma local, sana, vicina ai princìpi di Slow Food. Un vero sussidiario del mangiar bene, un ritorno alle origini, una ricerca di quelle tipicità radicate nel territorio, in controtendenza a una globalità che tende a rendere tutto uguale. E soprattutto in un panorama gastronomico come quello odierno che sembra troppo affollato, tale guida rimane un pilastro di attendibilità. Il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale sostiene che “la ristorazione, attraverso le proprie scelte e le proposte ragionate, svolge da sempre un ruolo significativo nella valorizzazione di prodotti e territori. Per questo motivo gli osti segnalati nella guida, rappresentano dei veri e propri ambasciatori dei nostri messaggi, con la loro capacità di raccontare ogni più piccola sfumatura del lavoro che svolgono, facendo emergere la biodiversità delle produzioni alimentari, le vocazioni territoriali e il rispetto delle trazioni”. E in questa nuova recensione valida per l’edizione del 2018 non mancano le novità: il simbolo dell’Annaffiatoio indica i locali con un orto di proprietà, la Chiave quelli dove si può anche dormire, il Formaggio è usato per quelli che propongono una selezione di prodotti caseari di qualità, la Bottiglia per un locale dalla proposta di vini articolata, rappresentativa del territorio, con prezzi onesti. Inoltre ci sono caratteri speciali per indicare quali osterie aderiscono al progetto Alimentazione fuori Casa dell’Associazione Italiana Celiachia e quali all’Alleanza tra i cuochi e i Presìdi Slow Food, cioè dove si utilizzano regolarmente nei menù almeno tre presìdi della propria regione. Nella lista di tutte le osterie italiane riportate su repubblica.it figura una distribuzione di questi ristorantini tipici tra le due province umbre abbastanza equa. Compaiono così in questa guida Slow Food, curata da Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni e dedicata alle cosiddette roccaforti del mangiarbere all’italiana: L’acquario a Castiglione Del Lago, La Miniera Di Galparino a Città Di Castello, Piermarini a Ferentillo, Stella a Perugia, La Locanda Di Colle Ombroso a Porano e Baciafemmine a Scheggino.