Confcommercio Todi dice no al nuovo centro commerciale a Ponte Rio
TODI – “Todi era una perla dell’Umbria. Ora combatte tra mille problemi, compreso quello di un progressivo impoverimento dell’economia del territorio. La risposta dell’amministrazione comunale non può essere quella di aprire un nuovo centro commerciale, un ulteriore incremento di metri cubi di commercio in una città già satura di certi format distributivi”.
Nunzia Frustagatti, presidente di Confcommercio Todi, commenta così la decisione dell’amministrazione comunale che, tra accese polemiche, ha votato ieri sera la variante al piano regolatore che apre le porte a migliaia di ulteriori metri quadrati di superficie commerciale a Ponte Rio, dove peraltro ci sono già spazi commerciali vuoti e appartamenti invenduti.
“Non vogliamo entrare nella polemica politica che si è scatenata su questo tema”, aggiunge Nunzia Frustagatti. “La posizione di Confcommercio è quella della gente che lavora in questo settore, che vede cosa succede nei propri negozi.
In occasione delle elezioni amministrative, Confcommercio Todi aveva elencato in un corposo documento le emergenze del territorio, tra cui il tema della programmazione commerciale, le politiche per il centro storico e per la fascia urbana immediatamente fuori dalle mura urbiche, compresa appunto l’area di Ponte Rio. Le scelte dell’amministrazione comunale sono inaccettabili, rispetto alle esigenze del territorio.
La nostra posizione non è corporativa. Confcommercio infatti rappresenta tutte le imprese del commercio, da quelle micro a quelle della grande distribuzione organizzata, e dal proprio osservatorio privilegiato e dal confronto con gli operatori del settore trae le opportune conseguenze, ovvero che in una città come Todi, in questa fase storica, sociale ed economica, si sente la necessità di tutto fuorché di nuovo commercio.
Piuttosto – conclude Nunzia Frustagatti – ci piacerebbe poter parlare di capitale umano, innovazione, nuovi trend di consumo: tutte cose che con il mattone, le varianti urbanistiche e le volumetrie hanno poco a che fare, visto che il mondo della distribuzione sta andando sempre più verso formule soft e sempre meno verso nuove strutture.
Troppo spesso, invece, assistiamo ad un utilizzo del commercio e delle sue strutture come un modo buono per far fare cassa a molti”.