Perugia, la rappresentazione dell’arrivo dei Magi in Cattedrale

PERUGIA – La Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, nel pomeriggio dell’Epifania del Signore, il 6 gennaio, è ormai una tradizione consolidata nel tempo, che da più di quindici anni è promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare e curata da una diversa comunità parrocchiale, soprattutto di periferia. Quest’anno ad animarla sono stati i giovani dell’Oratorio parrocchiale di Ospedalicchio, facente parte integrante dell’Unità pastorale di Ponte San Giovanni-Pieve di Campo-Balanzano-Collestrada, la più grande dell’Archidiocesi con i suoi 20mila abitanti.

Il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha accolto in San Lorenzo numerose famiglie e i “protagonisti” della Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Re Magi, diversi attori e figuranti in costume d’epoca tra magi, paggi, musici e pastori, ha ringraziato quanti si sono prodigati per organizzarla al meglio. «Vedo tutti gli anni nella nostra cattedrale, la sera dell’Epifania, una sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi giunti da lontano per adorare Gesù davvero originale, nuova e molto bella, mai ripetitiva – ha commentato il cardinale –. Non è stata una commedia, ma una recitazione bellissima descrivendo i fatti della vita con semplicità. Sembrava quasi di aver reso il nostro tempo contemporaneo al tempo di Gesù anche con espressioni caratteristiche dell’intercalare perugino. La spontaneità di Maria e Giuseppe nel descrivere la loro famiglia come le altre è stata importantissima, quasi un monito: se viene meno la Sacra Famiglia, modello per tutte le famiglie, crolla tutto, perché la famiglia è il cardine della società e della Chiesa. E come Chiesa siamo da sempre impegnati a sostenere e a difendere la famiglia, che ha la sua origine nel progetto di Dio, fin dall’inizio della storia della salvezza».

Rivolgendosi agli interpreti di Maria, Giuseppe, dei tre Magi e a tutti i personaggi del presepe vivente dell’Oratorio di Ospedalicchio, il cardinale Bassetti ha detto loro: «E’ stato bellissimo rendere il Vangelo con espressioni attuali, ma questo non ha tolto nulla alla sacralità di un presepe. Il vostro è stato un vero presepe raccontato nella vita di oggi». Poi il presule si è soffermato su un personaggio, quasi a richiamare il messaggio che la Sacra rappresentazione ha voluto donare a tutti i presenti. «Il personaggio più importante – ha evidenziato il cardinale – è stato quello messo ai margini della scena dagli altri, perché non ha portato nessun dono e non ha detto nulla, perché stava in contemplazione. Ci vuole in tutti i presepi la figura di quello che adora, ammira in silenzio e contempla il mistero di Dio, il Natale, il più grande prodigio che si sia compiuto nella storia. Il Natale è la cosa più concreta che possiamo immaginare: Dio ha voluto fare l’esperienza del nostro corpo prendendo su di sé la nostra natura umana. E’ stato uno scambio meraviglioso di doni: noi abbiamo dato al Signore la nostra povera natura umana, perché la salvasse, e Lui ha ricambiato donandoci la sua natura divina, facendoci suoi figli».

Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, prendendo spunto dal nome di questa comunità parrocchiale, ha detto: «Il vostro è un grande ospedale …, c’è bisogno di tanti Ospedalicchi nella nostra comunità diocesana… Mi raccomando, tenete vivo il Natale e continuate a tenere viva, anche tra i giovani, la fede».

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