Ospedale, Uil: “Prima il malato, poi la burocrazia”
TERNI – Un problema annoso che sta di nuovo investendo l’Ospedale Santa Maria di Terni. Il personale sanitario è insufficiente per poter dare risposte completamente adeguate alle richieste e alle esigenze sempre più complesse dei pazienti.
Questo il nuovo allarme lanciato dalla Uil di Terni insieme ad una parte delle Rsu e delle altre organizzazioni sindacali confederali.
Come la vertenza di qualche anno fa ha portato ad un accordo per ampliare la dotazione organica, adesso serve l’intervento immediato della Regione.
Per il segretario Uil, Gino Venturi, la Regione dovrebbe concedere le autorizzazioni necessarie per la concretizzazione dell’accordo. Un accordo fermo dal 2004.
L’ampliamento della dotazione organica, deve inoltre essere tuttavia accompagnato da un significativo mutamento del “clima aziendale”. Oggi – per la Uil – troppo gravato da insoddisfazione, malumori e sfiducia da parte dei lavoratori che invece giustamente pretendono da chi dirige maggiore chiarezza, autorevolezza, coerenza ed affidabilità.
Neanche il nuovo modello organizzativo dell’Ufficio delle Professioni Sanitarie, al momento, appare di aiuto ad intraprendere questa strada e aumenta sempre più la distanza e l’estraneità tra operatori e dirigenti.
Per il sindacato, va anche realizzata la mai realizzata integrazione tra l’Ospedale Santa Maria e la sanità territoriale di competenza dell’ASL e tra il nosocomio di Colle Obito e gli ospedali territoriali, a partire da quelli di Narni ed Amelia.
In questo modo, sarebbe possibile assicurare servizi migliori ai pazienti, ridurre i tempi di attesa, recuperare posti letto e sgravare il Santa Maria e il suo personale da alcune incombenze non specialistiche.