Antisismica, per i geometri umbri la soluzione è la muratura confinata
TODI – “Costruire in muratura confinata è secondo noi una delle tecniche più consone per avere edifici sicuri”. Parola dei geometri umbri che giovedì 12 aprile si sono riuniti a Todi per un incontro formativo sul tema ‘Progettare e costruire in zona sismica’ organizzato dai due Ordini professionali provinciali insieme a T2D spa e Consorzio Poroton Italia. Un’iniziativa durante la quale è stato anche presentato lo studio scientifico ‘Safety lab centro Italia’ realizzato proprio dall’azienda T2D per analizzare le conseguenze che gli edifici hanno riportato a seguito dei terremoti del 2016 e 2017.
A introdurre i lavori, dopo i saluti del vicesindaco Adriano Ruspolini, sono stati Enzo Tonzani e Alviero Palombi, rispettivamente presidente e vicepresidente del Collegio dei geometri di Perugia, Alberto Diomedi, presidente del Collegio dei geometri di Terni, e Alberto Colleoni, direttore generale di T2D. A relazionare sui risultati dello studio, ma anche sulle nuove normative tecniche per le costruzioni sono stati, invece, Andrea Ficara, responsabile tecnico del Safety lab centro Italia, e Flavio Mosele, responsabile tecnico del Consorzio Poroton Italia.
“Abbiamo molto attenzionato la questione dei materiali da utilizzare per la ricostruzione – ha commentato Palombi – e riteniamo che la muratura confinata, che impiega blocchi di laterizio armati con dei ferri, assicuri una perfetta tenuta della struttura e la possibilità di utilizzare materiali prodotti dalle fornaci della nostra regione”. “La ricerca e la sperimentazione – ha ricordato Diomedi – sono parte integrante del nostro lavoro e, per questo, i nostri due Ordini hanno anche sottoscritto una convenzione con l’Università degli studi di Perugia per studiare il comportamento e verificare l’efficienza della muratura confinata per le costruzioni in zona sismica. Il laterizio è, d’altronde, un materiale antico che ha molti campi di applicazione ed è riutilizzabile. Abbiamo almeno tre aziende in Umbria che lo producono e crediamo che la filiera corta, anche in edilizia, sia un elemento fondamentale per la sostenibilità ambientale, un aspetto questo che la nostra categoria sta perorando da tempo”.
Grazie allo studio Safety lab centro Italia, novanta addetti ai lavori hanno effettuato 120 ricognizioni per valutare empiricamente il comportamento di diverse tipologie costruttive: dalla muratura portante ordinaria alle strutture in cemento armato e muratura di tamponamento fino alla muratura portante armata.
“Gli edifici che hanno subito danni più o meno gravi – ha spiegato Colleoni – erano, nel 90 per cento dei casi, molto vecchi o costruiti con sistemi inadeguati a superare sequenze sismiche come quelle che hanno colpito il centro Italia nel 2016 e 2017. Le costruzioni in laterizio, tipiche della tradizione italiana, hanno superato molto bene l’esame del terremoto e siamo certi che questo materiale, con alcune opportune modifiche come la muratura armata o confinata, potrà rispondere ancora meglio in futuro”.