Gubbio, trend positivo per Palazzo Ducale. La direttrice Salari: “Premiate le tante iniziative”

GUBBIO – I dati e gli incassi riguardanti il Palazzo Ducale di Gubbio confermano che la residenza eugubina voluta da Federico da Montefeltro sta vivendo un trend positivo, paragonabile a quello del 2016. Le numerose iniziative, le importanti mostre e gli importanti eventi organizzati dal direttore, Paola Mercurelli Salari, sono riusciti a rendere il museo una meta privilegiata da molti visitatori. Nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile si sono registrati 6919 visitatori per un incasso complessivo di euro 13447 (con un aprile da record: 3429 visitatori, 7102 euro di incasso). Nel 2016 i visitatori degli stessi mesi erano stati 6408 (con un incasso di euro 11305); nel 2017 si erano registrati 4301 ingressi (incasso di euro 7557). Complici del successo sono, senza ombra di dubbio, alcune iniziative di punta. Tra queste, meritano una speciale menzione la mostra del progetto Lighquake 2017 Spoleto-Gubbio “Light Art”, svoltasi negli spazi del Palazzo dal 7 dicembre 2017 al 25 febbraio 2018 (3195 visitatori); “Giuseppe Magni e la maiolica italiana dello Storicismo”, esposizione inaugurata il 27 novembre 2017 e ancora in corso (fino al 20 maggio 2018); la presentazione dell’esposizione permanente delle otto Tavolette di Taddeo di Bartolo (sulle quali il MiBACT ha esercitato il diritto di prelazione, assegnandole definitivamente al Palazzo Ducale), tenutasi nel salone d’onore il 18 marzo 2018, alla presenza di Ilaria Borletti Buitoni, Caterina Bon Valsassina, Marco Pierini, Filippo Mario Stirati, Gail E. Solberg. “Ci auguriamo” ha affermato Paola Mercurelli Salari, “che anche attraverso il Palazzo che dirigo Gubbio possa affermare il ruolo centrale per la cultura umbra che merita”. Nel ringraziare il personale dell’istituto per la preziosa collaborazione e per i sacrifici, ripagati dal numero eccezionale di visitatori, il direttore ha aggiunto che “la mission di ogni museo è quella di includere, uscendo tuttavia da una concezione statica di museo come luogo chiuso, autoreferenziale e autocontemplativo: stiamo lavorando affinché il Palazzo Ducale dia forma all’idea di museo 3.0 di cui tanto si sente parlare, attraverso le interazioni fra le discipline, il dialogo con le nuove tecnologie e un allestimento che renda i fruitori attivi e non più semplici spettatori”.

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