Norcia, il ministro Bonisoli sui luoghi del sisma e a Santo Chiodo

NORCIA – Nella chiesa del San Salvatore a Campi di Norcia il neo ministro dei Beni Culturali e del Turismo Alberto Bonisoli si è soffermato a lungo di fronte all’affresco della Crocifissione, sopravvissuto al crollo dell’edificio causato dal terremoto del 2016.  Ed è proprio qui, in ciò che resta di questo antico edificio di culto, che alla fine dell’estate verrà allestito un laboratorio di restauro sotto la supervisione dell’Istituto superiore per la conservazione e della Soprintendenza dell’Umbria, segno tangibile che accanto alle case e alle attività produttive si punta anche  salvaguardare l’identità di questi luoghi attraverso il recupero dei beni culturali.

Ad accogliere il ministro, c’erano la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il coordinatore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e dirigente del Servizio organizzazione e sviluppo del Sistema di Protezione Civile Regione Umbria Alfiero Moretti, il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, la soprintendente Marica Mercalli,  il capo del corpo dei Vigili del fuoco Gioacchino Giomi e numerose altre autorità civili e militari.

La visita di Bonisoli è proseguita a Norcia non solo per prendere atto del lavoro fatto per la messa in sicurezza dei beni culturali  (basilica di San Benedetto, torre municipale, cattedrale di Santa Maria Argentea, complesso di San Francesco, ex chiesa della Misericordia) ma anche per la ripresa delle attività economiche attraverso la realizzazione delle delocalizzazioni delle attività produttive e dei ristoranti .

Altra tappa obbligata per il ministro è stata la visita al deposito di  Santo Chiodo di Spoleto, voluto fortemente dalla Regione Umbria insieme al centro di protezione civile di Foligno all’indomani del sisma del 1997 e oggetto di un Accordo di Programma con il Mibact, nel quale sono state depositate temporaneamente tutte le opere di carattere storico artistico e delle tradizioni popolari strappate alla macerie. Il ministro Bonisoli ha potuto vedere come le opere, con passione e competenza, vengono ‘curate’ dai danni causati dal terremoto al fine di restituire quanto prima ai territori feriti dal sisma i segni della propria identità. Attualmente vi sono custodite oltre 5600 opere di varia tipologia, tutte inventariate e sottoposte ad un’analisi conservativa per bloccare immediatamente eventuali processi di degrado o per programmare successivi interventi di restauro nei laboratori predisposti all’interno del deposito, affidati in questa fase ai restauratori dell’Opificio delle pietre dure di Firenze. Nel corso della visita è stato evidenziato come il deposito di Santo Chiodo costituisca un modello da riprodurre in tutti i territori esposti al rischio di calamità naturali in quanto, nell’emergenza, la presenza di uno spazio adeguato e attrezzato ha fatto la differenza accorciando notevolmente i tempi della messa in sicurezza dei beni culturali a rischio. In questo deposito, tra l’altro, sono stati portati tutti i  frammenti degli  affreschi e le pietre scolpite recuperate rimuovendo le macerie della chiesa  del San Salvatore di Campi.

 

 

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