Foligno, cala l’occupazione e peggiora la qualità del lavoro. Allarme Cgil
FOLIGNO – I dati del Centro per l’impiego di Foligno sono impietosi e testimoniano un calo dei contratti e un peggioramento a livello di qualità. “L ‘occupazione e il lavoro continuano ad essere la priorità del nostro territorio – ha detto Mario Bravi, presidente Ires Cgil e responsabile della Camera del lavoro per quanto riguarda il folignate – avendo elaborato come IRES-CGIL ,i dati del Centro per l’Impiego emerge una situazione sempre piu’ drammatica e preoccupante. Nel territorio di Foligno( che compreso il capoluogo coinvolge 23 comuni),la differenza tra assunzioni e cessazioni di contratti attivati, porta ad un drammatico segno meno, corrispondente a 746 unità.Infatti nel periodo preso in esame(aprile ’17 – giugno ’18) le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state pari a 27.131 mentre le attivazioni(assunzioni) sono state pari a 26.385”.
“Tenendo conto colto che la maggioranza dei contratti sono a termine(circa l’85%), il numero dei disoccupati è aumentato in maniera ancora piu’ consistente del gap tra attivazioni e cessazioni.Infatti, nella differenza tra chi è entrato dalla disoccupazione e chi ne è uscito, il numero delle persone che è entrato nella disoccupazione(sempre nel periodo aprile’17-giugno’18) è aumentato di 2.885 unità. Questo il dettaglio di aumento dei disoccupati comune per comune:Bevagna + 45,Campello +36,Cascia + 56,CastelRitaldi +63,Cerreto + 12,Foligno+1.118,Giano+ 55,Gualdo Cattaneo+52,Gualdo Tadino + 263,Montefalco +59,Nocera Umbra + 74,Norcia +25,Poggiodomo 0,Preci + 9,S.Anatolia di Narco + 11, Scheggino + 12, Sellano + 13,Spello + 125, Spoleto + 654,Trevi + 87,Vallo di Nera +5,Valtopina + 14. Il quadro che abbiamo delineato prima è molto chiaro: calano i contratti e aumentano enormemente i disoccupati. I 2 dati divergono, perché molte persone sono costrette ad attivare nell’arco dell’anno piu’ contratti(essendo gran parte dei contratti temporanei) e questo spiega l’enorme aumento delle persone entrate nella disoccupazione. Tutto questo esige politiche economiche e del lavoro alternative, esattamente opposte alla reintroduzione dei “voucher” che rischiano di allargare ulteriormente la precarietà!”