“ C’era una volta Rossini, anzi, due ”, concerto all’alba dell’Umbria Ensemble
PERUGIA – “Sei sonate orrende, composte da me nella casa di campagna del mio amico e mecenate Agostino Triossi, a Conventello nei pressi di Ravenna, e questo nella mia più giovane età, senza aver neppure ricevuto una lezione di basso continuo. Esse furono tutte composte e copiate in soli tre giorni ed eseguite in modo cagnesco da Triossi al contrabbasso, Morini (suo cugino) al primo violino, il fratello di quest’ultimo al violoncello e io stesso al secondo violino, e … per dir il vero, ero il meno cane”: così scrisse fin troppo severamente lo stesso Gioacchino Rossini in calce alla partitura delle sue Sei Sonate composte nell’estate del 1804, quando era appena dodicenne.
Tanti i ricordi che riaffiorano alla memoria nella remota quiete della campagna francese, a Passy, vicino Parigi, dove il “Cigno di Pesaro” si era ritirato poco più che trentenne, al culmine di una carriera fulminea e strepitosa che lo aveva reso famosissimo ed universalmente acclamato. Ma quello – il Rossini che scriveva le insuperabili pagine operistiche ancora oggi protagoniste nei teatri di tutto il mondo – a Passy era ormai solo un ricordo lontano: Rossini, ritiratosi dalle scene musicali e mondane, si dedicava alle sue piccole e grandi passioni, ai suoi “Péchés de vieillesse”.
Da questa dimensione meno nota di Rossini, uomo ed artista, prende spunto lo spettacolo di UmbriaEnsemble (Angelo Cicillini e Cecilia Rossi, Violino; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello) che chiuderà la fortunata rassegna de “I Concerti dell’Alba”, ideati e realizzato da UmbriaEnsemble con il sostegno e contributo del Comune di Perugia, Assessorato alla Cultura. Domenica 2 Settembre, dalle ore 6:30, e sempre ai Giardini Carducci, elegante oasi naturale sull’acropoli perugina, l’arte di Rossini si farà narrazione tra parole e Musica.
Un testo originale elaborato da Nino Marziano – voce recitante nello spettacolo – insieme con UmbriaEnsemble, che, attraverso il filo della memoria, ricompone le due anime apparentemente inconciliabili di Rossini in un mosaico di fatti, personaggi, vicende storiche, aneddoti e – soprattutto – la sua Musica immortale. Aprirà il Concerto proprio la Sonata a Quattro n° 1 in Sol Maggiore, la prima delle sei stigmatizzate con la leggendaria ironia dallo stesso compositore; una piacevole rarità, a seguire, con un arrangiamento storico dell’opera “La gazza ladra”. Storico perché scritto vivente ancora Rossini, a testimoniare il grande desiderio di poter replicare a piacere del pubblico tutta l’opera – Ouverture ed Arie – con un organico ridotto e dunque agile, ovunque se ne avesse desiderio.
Un desiderio che ancora oggi, a centocinquanta anni dalla scomparsa del genio pesarese, è ancora intensamente vivo.