Gualdo Tadino, Daniele Moretto ha chiuso la prima parte del progetto Poiesis
GUALDO TADINO – Con la terza lectio magistralis tenuta da Daniele Moretto, monaco di Bose, sul tema”Anche Dio è poeta?”al liceo Casimiri di Gualdo Tadino, si è chiuso il primo ciclo di incontri relativi al progetto Poiesis .
“Tutta la Scrittura – ha detto Daniele Moretto – è scritta in momenti altamente poetici, e la poesia, letta come riserva di espressione di senso, è la qualità implicita che induce al pensiero su Dio partendo dalle ragioni intime individuali, perché il poeta è colui che dà senso alle cose, come un architetto, capace di creare distinzioni al fine di dare senso alla costruzione che attua”. L’opera di Dio è, appunto, “distinguere e nel libro del Genesi la creazione è distinzione di luce dalle tenebre…dell’uomo da tutte le altre creature”. Per questo motivo il “Nulla” da cui parte simbolicamente la creazione si annulla nella capacità di distinguere e mettere insieme: la creazione della luce è la sua distinzione dalle tenebre, atto che in sé non modifica lo stato delle cose, ma permette di viverle, dal momento che la luce è la possibilità di vivere la realtà.
E’, dunque, azzardato dire che Dio nell’atto di creare la luce, sia poeta?
“La poesia – ha continuato Moretto – è la modalità per sopravvivere alle grandi gioie e ai grandi dolori: l’immensa portata di questi due estremi comporterebbe l’annientamento, la distruzione, il soccombere dell’uomo, se non avesse la capacità di trasformare questi estremi emotivi in una vivibilità apparentemente innocua, ma potentemente esorcistica. Non è un caso che l’amore e la morte trovino esempi artistici e letterari indiscutibilmente poetici. In questo senso la poesia (la luce) è sempre una risposta alla tenebra (della non conoscenza, dell’incapacità, della distruttività, del cinismo), ma con un valore aggiunto, che è la regola, anche se il poeta in quanto tale, è a volte spinto a “licenze poetiche” ammesse soltanto al suo fare. Le parole dette in poesia sono sacre, immutabili, inconvertibili, e in questo si avvicinano alla Scrittura”.
In sintesi, per Moretto, la poesia di Dio è fare spazio alla poesia degli uomini. E in ogni atto poetico umano è riconoscibile l’intuizione divina della creazione.
Dalla prossima settimana, sempre di giovedì alle 15, inizierà il secondo ciclo di tre incontri (6 nov. La Musica: idealismo, razionalismo ed empirismo in compagnia di Gioachino Rossini – 13 nov., I Dialoghi e la relazione con la filosofia classica, 20 nov. Amore per il sapere dell’amore: la filosofia della natura e la filosofia dell’amore) che riguarderanno l’interpretazione filosofica della poetica di Giacomo Leopardi.