Gualdo, Simonetta Parlanti: “Ex Calai, ecco come è andata”
GUALDO TADINO – La capogruppo di Rinnovamento per Gualdo, Simonetta Parlanti interviene sull’ex ospedale Calai. “Ritengo doveroso, in qualità di capogruppo di maggioranza, offrire un contributo sulla questione al centro del dibattito politico di questi giorni e riferito alla volontà di rivedere alcuni punti del protocollo di intesa per l’utilizzo degli spazi delle ex ospedale Calai – dice la consigliera Parlanti – Risulta del tutto evidente che il mutare di situazioni oggettive, rispetto a quelle che nel 2012 hanno condotto nella direzione, peraltro mai attuata, del protocollo di intesa in questione, rendono cogente la necessità di rivalutare gli interessi pubblici sottesi a quelle scelte e, conseguentemente, verificarne la perdurante validità”.
Simonetta Parlanti ricorda “che anche la precedente amministrazione, con la sottoscrizione del protocollo nel 2012, ha legittimamente perseguito la stessa strada riformulando, sulla base delle mutate condizioni, protocolli di intesa precedentemente stipulati. E’ esattamente quello che questa amministrazione – continua la capogruppo di maggioranza – certa del mandato affidatogli dai cittadini gualdesi in un’ottica di migliore utilizzo delle risorse pubbliche e di una riduzione, laddove possibile, di spese che non trovano più copertura nei ridotti trasferimenti, sta tentando di fare, se pure tra mille difficoltà ed ostacoli”.
Simonetta Parlanti dice che le situazioni oggettive mutate sono tre: Il lato dell’ex ospedale, detto “stecca”, quello di più recente edificazione, non risponderebbe del tutto alle normative antisismiche e, pertanto, per il suo utilizzo si renderebbero necessarie impegnative ristrutturazioni non previste nel precedente protocollo di intesa; Le valutazioni di saturazione delle strutture dell’Ente di Assistenza e di Servizi alla Persona – Easp si sono rivelate errate, come dimostra il sotto utilizzo degli spazi dedicati al Centro Alzheimer e del Rsa; Il finanziamento di oltre un milione di Euro, che si dice vada perduto, altro non è che un’anticipazione da restituire negli anni sotto forma di canoni, a carico del bilancio dell’Easp, che com’è noto, l’Ente non sarà in grado di sostenere e, conseguentemente, graverebbero enormemente sulle casse comunali.
“Va inoltre rilevato – aggiunge Parlanti – che lo spostamento delle strutture Easp, a questo punto non più necessario a fronte delle nuove valutazioni, comporterebbe non solo un costo diretto significativo, ma riproporrebbe a questa amministrazione la problematica dell’utilizzo dei nuovi spazi abbandonati. Da queste considerazioni si è resa necessaria una valutazione complessiva della situazione e questa Amministrazione ha ritenuto, così come anticipato nel programma di governo, di: potenziare i servizi già offerti, migliorando ove possibile le prestazioni; razionalizzare l’utilizzo degli spazi dell’ex Calai agibili e riferiti al solo blocco storico e alla parte collegata lateralmente, non già spostando i servizi già resi nella vicinissima sede dell’Easp, ma: avvicinando al centro abitato la struttura del Csr Il Germoglio e, quindi, gli utenti giornalieri, liberando i disabili da una posizione di isolamento dal resto della comunità; razionalizzando gli archivi dell’Ospedale Branca, attualmente dislocati in diverse strutture non idonee; destinando gli spazi dell’ex Calai in funzione delle affinità delle competenze e degli spazi comuni a polo di servizio territoriali”.
“Non è più il tempo di inaugurare ed abbandonare – dice la capogruppo di Rinnovamento per Gualdo – ma di fare e di rendere servizi che vadano incontro alle reali esigenze dei nostri concittadini. Invito pertanto l’opposizione, soprattutto i più giovani, anche alla luce della recente sentenza del Tar dell’Umbria che ha dichiarato irricevibile il ricorso avverso le delibere di convalida degli ultimi risultati elettorali, di cessare di esercitare una opposizione “a prescindere” e a valutare con la necessaria serenità gli interventi proposti che sono certamente orientati ad offrire migliori servizi territoriali contenendo, al contempo, spese non necessarie a carico del bilancio comunale presente e dei bilanci futuri che, alla luce della riduzione dei trasferimenti, si tradurrebbero in ulteriori oneri a carico della nostra comunità”.