Città di Castello, approvato l’ordine del giorno sul registro della biogenitorialità
CITTA’ DI CASTELLO – Approvato – tutti sì, astensione di Castello Cambia – dal consiglio comunale di Città di Castello, di lunedì 15 ottobre 2018, l’ordine del giorno presentato da Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, per l’istituzione del “un registro per la bigenitorialità che garantisce ad entrambe i genitori il diritto ad assumere decisioni e partecipare alle scelte che coinvolgono salute, educazione ed istruzione del figlio”. Il registro, già presente in molte città d’Italia, è un’ applicazione al principio che garantisce il diritto soggettivo del minore di vedere egualmente coinvolti i genitori, sia in pendenza di giudizio di separazione o divorzio, che successivamente alla conclusione dello stesso, nella sua vita. L’iscrizione al Registro non ha rilevanza ai fini anagrafici ma consente di far comparire il minore, residente nel Comune di Verona, come domiciliato presso le residenze di entrambi i genitori. In questo modo, le Istituzioni che si occupano del minore possono conoscere i riferimenti di entrambi i genitori, rendendoli partecipi delle comunicazioni che riguardano il figlio.
Luciana Bassini, assessore alle Politiche sociali, ha detto che “il registro è stato introdotto nel 2006 con una legge specifica e serve soprattutto per mettere a conoscenza il genitore della situazione del figlio. E’ necessario lavorare per capire come muoversi in un terreno molto complesso, dato che con l’affido esclusivo, il giudice dovrà dare le sue indicazioni. Portiamolo in commissione, tenendo conto di tutti gli elementi collaterali”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha fatto presente che “la contingenza storica indica che tale registro ha senso in uno stato di conflittualità di coppia ma in questa questione i fondamenti sovranazionali sono errati, richiamando una pari opportunità del soggetto femminile anche se il soggetto debole è la parte maschile. Abbiamo una marea di padri separati che devono anche mettere i soldi e rischiano l’indigenza, checché ne dicano le femministe d’accatto. Il ddl Pillon propone una parità di tempo e di contributo economico. Ben venga il registro del consigliere Procelli. Ma senza lo specchio ideologico degli ultimi anni. Dal patriarcato siamo passati alla tutela di un soggetto debole che non lo è più. L’apparato legislativo a sostegno dell’ordine del giorno è superato”. Vittorio Morani, capogruppo del Psi, ha detto che “la bigenitorialità è un argomento complesso, essere genitori oggi è un impegno vita natural durante e il figlio deve mantenere un rapporto stabile con entrambe i genitori. Da noi la cultura mammista prevale. L’istituzione del registro permette alle istituzioni di conoscere i riferimenti dei genitori e può contribuire a diminuire la conflittualità o a facilitare l’affido congiunto. La separazione dei genitori è un momento delicato per i figli e per i nonni. Il registro significa essere presenti. Portiamo l’ordine del giorno in commissione”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, si è detta d’accordo ma “a me non pare che sia un tentativo di tutelare le femministe. Chi l’ha detto ha preso un granchio. Semmai alcuni promotori di questa iniziativa sono le associazioni dei padri, contro quella cultura che qui è stata definita mammista. Non c’entra niente questo registro con l’affido, deciso dal giudice. E’ uno strumento che tutela il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con i genitori ma è difficile raggiungerlo con un registro. Andrà a tutelare gli adulti. Approfondiamo in commissione ma fuori da riferimenti ideologici”. Per Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, “lo spirito dell’ordinamento giuridico è nell’ambito dell’affidamento condiviso. La legge 54 prevede la responsabilità genitoriale e la bigenitorialità, cioè la condivisione dei processi di educazione, di sviluppo. Non sempre l’affido condiviso è la regola. C’è bisogno non solo un registro ma di una presa in carico che va a ricadere sul progetto educativo. Nel disegno di legge Pillon la bi genitorialità prevale sull’interesse del minore ed è un forte passo indietro. L’ordine del giorno chiede solo l’istituzione di un registro. Condivido il passaggio in commissione ma elude l’appoggio al dispositivo?”. Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha dichiarato che “in alcune zone sociali ha funzionato, impariamo dai buoni esempi. Non scomodiamo Pillon, rimaniamo al tema: abbiamo genitori separati che non sanno i voti scolastici del figlio; con questo registro il comune è garante di tutti i genitori, auspico maschio e femmina, separati. Gli assessori competenti e gli assistenti sociali lavoreranno al regolamento. Anche se tutelasse solo un genitore sarebbe una buona cosa”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto che “l’approccio è giusto, il nostro voto sarà positivo. Personalmente credo che questo registro abbiamo l’intenzione di favorire il minore e la sua tutela. Sia quando un genitore esclude l’altro; sia quando un genitore si disinteressa del figlio. All’ente potrebbe servire per avere un doppio riferimento nei servizi. Si parla infatti di padri ma anche di parenti. Sono scettico sul fatto che la normativa possa superare certe situazioni ma un tentativo va fatto”. Nella conclusione Procelli ha ribadito che “non vogliamo stravolgere il mondo ma che entrambe i genitori siano messi a conoscenza della vita del bambino”. Oggi pomeriggio, venerdì 19 Ottobre, del registro si parlerà in commissione.