Jp Industries, i sindacati in pressing: “Subito incontro con Di Maio, cassa integrazione in scadenza”
NOCERA UMBRA – Il 31 dicembre scade la cassa integrazione per i 700 lavoratori Jp Industries e non c’è alcun spiraglio all’orizzonte. Ecco che i sindacati tornano in pressing, tornando a chiedere un incontro a Luigi Di Maio, come già fatto lo scorso 8 ottobre. “E’ ormai dal 2008 – dice Bentivogli, della Fim Cisl – che si trascina una vertenza, quella degli ex-Merloni, oggi J.P. Industries Porcarelli, l’azienda produttrice conto terzi di elettrodomestici di alta gamma (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie), che ha dell’incredibile e condensa in se le peggiori inefficienze del nostro Paese. Uscita dall’amministrazione straordinaria con l’acquisizione nel 2012 di Giovanni Porcarelli l’azienda viene subito bloccata per l’impugnativa delle banche che vantavano crediti dai Merloni, questo ha di fatto bloccato il Piano di rilancio industriale presentato da Porcarelli”.
“Oltre all’impugnativa delle banche, che si è trascinata in tutti questi anni fino al terzo grado di giudizio, si è aggiunta poi la mancanza di credito da parte delle banche necessaria a J.P. per avviare l’attività industriale. Anche l’accordo di programma che era stato sottoscritto dalle Regioni Umbria e Marche che prevedeva importanti risorse finanziare per il Piano industriale e la Ricerca e Sviluppo non è mai partito . In mezzo a questa vicenda, 700 lavoratrici e lavoratori, che tra il sito di Fabriano nelle Marche e quello di Colle Nocera in Umbria, dal 2012 aspettano, dopo essere usciti dall’amministrazione straordinaria per il fallimento dell’ex-Merloni, di iniziare finalmente a lavorare. Il 31 dicembre prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali è importante per quella data che il Ministro Di Maio intervenga per sbloccare questa vertenza e permettere finalmente ai 700 lavoratori di tornare a produrre. Abbiamo chiesto, unitariamente, l’8 ottobre (2 settimane fa) un incontro urgente al Mise per mettere insieme tutti i soggetti e ricercare un soluzione ma non abbiamo ancora una data. Rinnoviamo la nostra richiesta, il tempo è scaduto e la situazione rischia di essere, ogni giorno che passa, sempre più irreversibile”.