Tutti i nodi vengono al pettine. La Lega spara a zero sulla giunta Marini: “Gestione rifiuti fallimentare, parlano i numeri”
PERUGIA – Tutti i nodi vengono al pettine. In una conferenza stampa, svoltasi a Palazzo Cesaroni la Lega ha documentato il flop della Giunta Marini in materia di gestione dei rifiuti e annunciato un esposto alla Corte dei Conti. Ad illustrare il fallimento del Pd, il senatore Lega Luca Briziarelli, Capogruppo in Commissione Ambiente e Vicepresidente della Commissione Bicamerale di inchiesta sugli ecoreati, e il consigliere regionale Valerio Mancini, Vicepresidente del Consiglio Regionale, “ Sul sistema gestionale dei rifiuti, la Giunta Marini è bocciata senza appello – spiegano i due esponenti – Quanto la Lega va dicendo da tre anni, viene certificato dal Rapporto Nazionale di Ispra sulla Gestione dei rifiuti e dallo stesso Pd Umbro che in una delibera di Giunta (atto 1409 del 4 Dicembre) deve ammettere il mancato raggiungimento degli obiettivi cercando di scaricare le responsabilità sui cittadini e i comuni. Ecco le prove. Nel Piano Regionale Rifiuti, la Regione attesta al 65% l’ obiettivo della raccolta differenziata per il 2012. A seguito del mancato raggiungimento, La Giunta Marini dà vita ad un triste valzer di delibere che cercano di rattoppare quanto oramai è impossibile da mascherare: l’obiettivo del 2012 diventa del 2017 e si fissa per il 2018 un 72,3% annunciato ma mai raggiunto. Il 6 dicembre scorso, in una conferenza, l’assessore Cecchini getta ancora fumo negli occhi ai cittadini, e nel millantare un risicato 63% di raccolta differenziata raggiunto nell’anno in corso, omette di dire che è quasi il 10% in meno rispetto agli impegni presi nei confronti dei cittadini. E’ evidente – chiosano i due leghisti – che in Umbria sta esplodendo la guerra dei rifiuti, come dimostra la sentenza del Tar che da ragione a Gesenu sul diritto di pretendere dai Comuni gli extracosti per il trasporto dei rifiuti fuori ragione, una diretta conseguenza dell’incapacità della Giunta Marini di assicurare all’Umbria un’impiantistica efficiente che peserà solo sui cittadini. Magra consolazione quella che arriva dal “processo Gesenu” sui servizi già pagati, ma non resi: molti Comuni si sono costituiti parte civile tra cui Todi, Deruta ed Umbertide, oggi presenti alla conferenza stampa. Qual è la soluzione per la Lega?I due esponenti hanno le idee chiare: “A livello regionale chiederemo la trattazione e l’approvazione della nostra mozione sull’attuazione di un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, all’ordine del giorno del Consiglio da un anno e mezzo e mai discussa in assise, inoltre presenteremo la richiesta per riaprire la commissione speciale sui rifiuti mantenendo fede, questa volta, ad un programma di approfondimento ed interazione tra Regione e Comuni, mai avvenuto fino ad oggi nonostante presente nell’atto costitutivo della Commissione stessa. A livello nazionale – fa sapere Briziarelli – Abbiamo chiesto proprio oggi di riaprire il fascicolo sul sistema della Gestione dei rifiuti in Umbria e riprendere il lavoro portato avanti nella scorsa legislatura dai Senatori Arrigoni e Candiani”. Da parte della Lega posizione chiara anche sulla questione legata ai termovalorizzatori e alle discariche sulla quale oltre a Luca Briziarelli e Valerio Mancini, è intervenuto anche il Segretario Naizonale Lega Umbria Virginio Caparvi . Chiaro il messaggio che la Lega ribadisce “Siamo contrari all’ampliamento delle discariche e all’apertura di nuovi termovalorizzatori in Umbria, imposti dal Governo Renzi, perché riteniamo che, nella nostra Regione, non ci sia una convenienza economica, con una raccolta differenziata qualità e un’impiantistica adeguata possiamo portare la quantità di rifiuto secco residuo al di sotto delle 130 mila tonnellate di rifiuti. Discorso diverso per la Campania, dove la situazione è insostenibile ed è necessario intervenire concretamente, come ribadito anche da Matteo Salvini”. Ad oggi la Lega sta studiando per un programma che possa dimostrare come ci siano alternative valide rispetto all’attuale gestione dei rifiuti dove per negligenze politiche sono i cittadini a rimetterci con un incremento notevole della Tari già annunciato dai Comuni.