Il bene comune per l’eguaglianza
di Mauro Sanzi
Il teorico del movimento non-violento e ideatore della prima marcia della pace per la fratellanza tra i popoli Perugia – Assisi il perugino Aldo Capitini, organizzava incontri con pedagogisti e studiosi, religiosi di ogni credo e intellettuali, creando un’atmosfera splendida di confronto tra tutti sempre nel massimo rispetto delle diversità di ognuno, sosteneva riguardo al bene comune …” Ecco, quando io incontro persone, che sono malvestite, che non mangiano abbastanza, con lo sguardo ormai consumato e abbattuto, perché guadagnano troppo poco, perché non hanno lavoro da mesi e da anni, e spesso sanno che al loro disagio è unita una famiglia, dei bambini, domando: questa società fa tutto ciò che può per tutti i suoi membri? Quelle persone sentono veramente che la società è di tutti, anche di loro, pienamente e in tutto? Dovranno supplicare, andare a raccomandarsi ai ricchi , ai potenti, mostrare e fingere di avere idee conformi alle loro le garanzie circa le idee, no, questa non è la struttura, questo non è il metodo, la società è di tutti, compresi voi. Voi avete eguali diritti ed eguali doveri, e la società deve muoversi tutta per supplire alla vostra disparità nei punti di partenza; la struttura che produce ricchi deve trasformarsi in struttura che produce eguaglianza; voi non dovete inchinarvi, supplicare, conformarvi, mettendovi in posizione di inferiorità rispetto ai ricchi e ai potenti per avere un pane, ma è in posizione di inferiorità la società, finché non si muove tutta per guarire quello che è il peccato originale della società capitalistica: la disoccupazione ”. Non si tratta di esprimere “ la compassione” per i disoccupati, diceva Pio XII ai vescovi americani nel 1939, ma di provocare, proprio per ragioni morali, ”la trasformazione della società”.
Questo, a mio avviso, è l’obiettivo principale che deve avere il Partito Democratico la trasformazione della società. Con la stessa tenacia che indicava Ermanno Gorrieri ( fondatore con P.Carniti del movimento politico Cristiano Sociali ) per la sua profonda convinzione che se è la verità che ci fa liberi, la libertà ci deve fare uguali. Da qui la sua irrinunciabile tensione all’eguaglianza. Eguaglianza mai intesa come uniformità, appiattimento ma eguaglianza di diritti, di opportunità che difficilmente possono essere affermati senza un impegno a contrastare le disuguaglianze. Questa è la battaglia delle battaglie che non viene sconfitta aspettando un colpo di fortuna, a tal proposito mi viene in mente, mia nonna Vittoria che si guardava bene dall’augurarti “ buona fortuna”, perché, diceva la fortuna è qualcosa che capita, un evento casuale ma augurava sempre una “ buona sorte” che è molto diversa perché è qualcosa che costruisci giorno per giorno con il lavoro, la perseveranza, la determinatezza per raggiungere l’obiettivo prefissato, è quella che oggi ci serve.