Le parole e i fatti
di Pierluigi Castellani
E’ sempre più evidente la palese discrasia tra le parole pronunciate dalla politica ed i fatti che a quelle parole dovrebbero seguire. In questi giorni stiamo assistendo al duello tra Salvini e Di Maio, che pur alleati nel governo Conte non perdono occasione per dividersi su tutto. Ora si tratta del si alla Tav della Lega e del no alla Tav dei 5Stelle . Infatti mentre Salvini afferma che la tratta ferroviaria Torino-Lione si farà, Di Maio assicura che la Tav finché il M5Stelle sarà al governo non vedrà mai la luce. Non si capisce se le parole di Di Maio vanno prese per una minaccia per far cadere il governo, ma è certo che o le parole di Salvini o quelle di Di Maio non potranno tradursi in fatto concreto per la semplice ragione, che annunciano cose diatralmente antitetiche. Chi allora sta ingannando i propri elettori? Ma non si tratta solo del caso della Tav, basti pensare all’economia.
Di Maio ha annunciato per il 2019 un nuovo clamoroso boom come conseguenza delle misure “espansive” contenute nella legge di bilancio, venendo puntualmente smentito da tutti gli indicatori e da tutte le istituzioni che moniterano la situazione economica del paese. Da parte sua il presidente Conte è stato più prudente dicendo che gli effetti positivi della manovra si vedranno solo nel secondo semestre dell’anno, mentre il vicepremier Salvini si limita in modo monotematico a parlare di immigrazione e di chiusura dei porti consapevole che trattasi di argomento, che lo fa salire nei sondaggi. Ma anche per lui la discrasia tra parole e fatti è molto evidente perchè l’annunciata promessa elettorale di rimpatrio di 600mila clandestini è rimasta solo un vago ricordo. E si potrebbe continuare citando altri esempi, che stanno investendo la permanente campagna elettorale a cui siamo costretti ad assistere. La verità è che nell’epoca dei twitt, delle parole gettate lì secondo l’istantaneità del momento, nessuno poi si prende la briga di verificare se quelle parole contengono verità e se soprattutto saranno poi seguite da fatti concreti. Oramai siamo nell’epoca dei social, nella piazza del web dove tutti si ritengono protagonisti, dove tutti interloquiscono su tutto, tra fake news ed eclatanti annunci, che nessuno si perita di verificare e di riscontrarne le conseguenze. E’ la politica in cui il capo della più potente nazione del mondo, inonda di parole e di slogan il web fin dal mattino presto soddisfatto della sua azzardata tempestività. E’ questo il secolo di poche parole, di brevissime allocuzioni, di slogan anche contraddittori tra di loro o palesemente inattuabili come è avvenuto quando Trump annunciò, che il muro tra il Messico e gli Usa l’avrebbero pagato i messicani. Siamo nell’epoca delle continue esternazioni senza che nessuno si assuma l’onere di verificare se dietro le continue esternazioni ci sia una qualche elaborazione concettuale e se al mare di parole di cui siamo inondati faccia seguito un qualche fatto concreto. Se fossimo pessimisti dovremmo dire, riprendendo il titolo di un fortunato libro di Federico Rampini, che siamo nell’era del caos, ma poiché tuttavia siamo inguarabilmente ottimisti vogliamo ancora sperare ,che alla fine la razionalità prevarrà su tutto e che il mondo intero non potrà perdere la ragione.