Tre anni di maltrattamenti e violenze: donna denuncia il suo compagno
Qualche giorno fa i militari erano venuti a conoscenza del fatto che una giovane donna italiana poco più che maggiorenne, accusando dolori diffusi, era stata trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Terni. Come poi accertato, il ricovero era la naturale conseguenza degli atteggiamenti vessatori, culminati in una lite, messi in atto nei suoi confronti da parte del convivente. A causa delle percosse ricevute, alla ragazza venivano diagnosticate lesioni varie per una prognosi di 15 giorni. La vittima, questo il triste quadro poi ricostruito dai Carabinieri, prima dell’arrivo in ospedale, di fronte ad altri parenti e testimoni era stata anche minacciata di morte dal predetto “compagno”, pregiudicato per violenze già precedentemente poste in essere nei confronti della malcapitata e dei suoi familiari. Questi ultimi infatti, escussi dal personale operante, riferivano che già nel primo periodo di frequentazione il giovane aveva percosso la ragazza, anche innanzi a loro, tanto da costringerla a ricorrere alle cure sanitarie avendo subito lesioni ed escoriazioni su tutto il corpoanche non lievi.
La donna, dopo la dimissione dal luogo di cura, ormai raggiunto il limite di sopportazione per la situazione angosciosa che stava vivendo da tempo, trovava finalmente la forza per formalizzare in un doloroso ma dettagliato atto di denuncia-querela non solo tutte le già subite forme di violenza ma anche l’ulteriore comportamento vessatorio con il quale il compagno voleva convincerla a tornare a casa con lui.
Lo “stalker”, in maniera univoca e determinata, cagionava alla povera donna un perdurante e grave stato d’ansia e di paura ingenerando nella stessa un fondato timore per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari, spingendola a tornare a vivere nella loro casa insieme alla figlia neonata, imponendo la sua presenza d’autorità fin dal citato ricovero, tanto da rendere necessario l’intervento del personale preposto alla vigilanza ospedaliera.
La vittima, finalmente sentitasi al sicuro protetta dalle mura amiche della caserma di Papigno, ripercorreva la condotta violenta, di tipo fisico e non solo, con la quale veniva tenuta in uno stato di soggezione aggravato da un’azione continua di controllo al fine di incutere timore all’interno della convivenza, obbligandola anche a comportamenti contro la sua volontà.
A seguito del racconto della donna, terminata la doverosa attività di riscontro, i Carabinieri di Papigno traevano in arresto il giovane per i reati di atti persecutori, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate commessi nel tempo a partire fin dall’agosto 2016.
Il giudice, oltre a convalidare l’arresto, nel corso dell’udienza per rito direttissimo, disponeva nei confronti dell’uomo l’accompagnamento presso la casa circondariale di Terni.