Città di Castello, il consiglio approva la proposta di valorizzazione
CITTA’ DI CASTELLO – Unanimità del consiglio comunale tifernate per la valorizzazione della rocca sistina, l’antico castello da cui Città di Castello ha preso il nome. “Alcune vestigia della “Rocca Sistina” sono ancora ben visibili ad un occhio attento ma queste possono essere meglio valorizzate e esaltate” hanno detto Nicola Morini e Vittorio Vincenti di Tiferno Insieme in una mozione al consiglio comunale di Città di Castello di lunedì 25 febbraio 2019. Il capogruppo Nicola Morini ha presentato il documento che impegnare la Giunta “ad attuare uno studio progettuale, anche per mezzo di concorso di idee, per la migliore sistemazione e valorizzazione della zona perimurale attinente la Rocca Sistina. Chiediamo anche che la Giunta appoggi la nostra richiesta di comprendere nel Prg operativo l’antica Rocca perimurale di porta Santa Maria Maggiore negli interventi di recupero valorizzazione ARE (aree da recuperare) o emergenze di interesse storico culturale per identificare ancor più l’origine del nome e dell’importanza storica di Città di Castello come città fortificata”. La mozione nasce “dall’aumento di turisti, certificato dai dati del comune e dal fatto che tutti i turisti cercano il castello di Città di Castello, che è la rocca sistina. Posta lungo viale Vittorio Emanuele Orlando, all’altezza della stele della Resistenza, era il vecchio castello”. La rocca sistina fu voluta nel Quattrocento da Sisto IV della Rovere, lo stesso Papa che costruì la cappella Sistina, posizionata inizialmente presso Porta Santa Maria Maggiore, era stata fatta erigere da Braccio Fortebraccio da Montone nel 1423 ma venne distrutta nel 1428. Nel 1474, al tempo della guerra che la città sostenne contro Niccolò Vitelli e Firenze, la Rocca fu ricostruita per volere di Sisto IV (contestualmente alla costruzione della Cappella Sistina in Vaticano). Infine il Vitelli, vincendo la guerra e diventando padrone della città, smantellò in gran parte la Rocca e usò il materiale per costruire l’attuale Chiesa di Santa Maria Maggiore quale chiesa di famiglia. Questo per valorizzare il percorso delle mura e per farne un elemento di attrazione anziché di esclusione”. “La valorizzazione delle mura urbiche è un fatto importante” ha detto l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini “Agenda Urbana e il Pums cambieranno la mobilità intorno al centro storico. La strada sotto il Cassero ad esempio sarà allontanata. Possiamo fare approfondimenti sulla rocca sistina ma non c’è bisogno di incardinarlo dentro il prg ma nel caso di coinvolgere i privati interessati. Rinviamo alla fase delle osservazioni. Ritengo che la porzione della rocca sistina è importante e la fase delle osservazioni è vicina”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha detto che “le mura sono un tasto dolenti. C’è stata una frana e non si è verificato tanto l’assicurazione paga. Ho chiamato i vigili perché controllassero anche nei giorni scorso perché il recupero di quel tratto è stato fatto più di quindici anni fa. Aspettiamo la relazione dei Vigili. Ci sono 2milioni di euro per le mura a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio ma se vengono fatti male? L’Amministrazione deve chiamare l’azienda e rimettere a posto le mura. Spendiamo milioni di euro ogni dieci anni”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha parlato della rocca come “un punto di riferimento da riscoprire. Sollecitiamo un approfondimento e una soluzione per il ripristino”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha ringraziato per la riscoperta della rocca anche “nell’ipotesi di definirci città murata. Sollecito che la stessa opera di riscoperta avvenga anche per le mura sotterranee che appartengono a privati ma in pochissime circostanze sono state oggetto di visite guidate. Bisognerebbe classificarli per gettare le basi per un futuro utilizzo per cittadini e turisti”. Ursula Masciarri, consigliere del Psi, ha detto che “bene la proposta di valorizzarla con un concorso di idee e la classificazione nel prg. Siamo favorevoli”. Nella replica Morini ha ringraziato per la condivisione e ribadito “l’importanza di restituire il patrimonio architettonico alla fruibilità pubblica anche attraverso uno studio specifico”.