Porzi: “Parlamenti regionali più centrali ma no alle differenze e alle due velocità”
“Una maggiore centralità ai Parlamenti regionali”. È questo il messaggio che la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, intervenuta come relatore anche in veste di presidente Calre, ha lanciato al “Summit delle Città e delle Regioni” del Comitato delle Regioni a Bucarest, nel panel dedicato alla sussidiarietà attiva.
“Il miglioramento della partecipazione degli enti locali e regionali durante l’intero ciclo di elaborazione delle politiche europee – ha detto la presidente Porzi – costituisce uno dei punti cardine del lavoro della Calre da me presieduta in questo anno, perché rappresenta il sentire comune a tutte le Assemblee regionali europee. Una partecipazione e un coinvolgimento che deve avvenire senza velocità diverse ma contestualmente, in maniera interdipendente e interconnessa. Per far questo è necessario istituire un canale di comunicazione diretto tra i parlamenti regionali e la commissione europea. Ma serve anche un coinvolgimento e una consultazione più specifica e mirata dei parlamenti regionali, quando la Commissione predispone atti concernenti competenze proprie dei parlamenti regionali con poteri legislativi”.
“Risultano poi condivisibili – ha aggiunto – le indicazioni della task force sulla sussidiarietà per i parlamenti regionali. Questo documento, oltre a suggerire e spronare relativamente alla necessità di un unico canale di comunicazione, costituisce un grande riconoscimento di ruolo per le Assemblee regionali, che vengono menzionate come livello principale e maggiormente indicativo degli interessi e delle esigenze dei cittadini. Proprio per questo, sarà fondamentale rapportarsi sempre di più alle istituzioni locali. Ritengo che gli hub regionali presentati saranno una occasione per mettere a sistema la valutazione delle politiche, da prendere in considerazione sempre. Quando all’interdipendenza, ci sono Regioni che vanno più veloci. Le reti orizzontali dunque ci consentono di omogeneizzare i processi di crescita, che è di fatto una rivoluzione culturale”.