Montecchio, ecco i risultati preliminari della seconda campagna di scavi alla necropoli del Vallone di San Lorenzo

MONTECCHIO – Il 18 novembre 2019 presso Palazzo Donini si è svolta, alla presenza della Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, la Conferenza dove si sono illustrati i risultati preliminari dello scavo archeologico svolto nell’estate 2019 nella Necropoli del Vallone di San Lorenzo a Montecchio, un’importantissima area sepolcrale in uso dal VI sec.a.C. fino al IV sec.a.C.

Dopo i saluti iniziali la Presidente,da ex Sindaco quale è, pone l’accento sull’importanza che questi siti d’interesse storico rivestono per le comunità locali e per l’intera Regione.
Il Sindaco di Montecchio Federico Gori apre i lavori della mattinata ringraziando i presenti,gli attori principali della campagna scavi e la sua comunità da sempre attenta e attiva su questo tema sottolineando come l’amministrazione comunale ha come scopo principale quello di valorizzare il patrimonio storico-archeologico al fine non solo della maggiore conoscenza dei beni archeologici presenti nel comprensorio, ma anche della loro salvaguardia, valorizzazione e maggiore fruibilità da parte di visitatori e dà il via ai lavori della mattinata

I vari interventi hanno visto coinvolti la Dott.Marica Mercalli e il Dott.Luca Pulcinelli Soprintendenti archeologia, Belle Arti e Pesaggio dell’umbria e i professori Sarah Harvey della Kent State university-Ohio università statunitense che sta collaborando alle indagini sul territorio, con il contributo tecnico degli archeologi Stefano Spiganti e Francesco Pacelli e Gianluca Grassigli direttore scientifico dello scavo

Questo anno le indagini hanno visto all’opera, per quattro settimane, una ventina di studiosi tra archeologi e studenti dell’Università degli Studi di Perugia.

Le indagini condotte in questa campagna scavi sono proseguite nelle aree poste a NW rispetto al nucleo di sepolture individuate in passato e attualmente visitabili, dove già nel 2017 era stata individuata una nuova struttura funeraria.

Con grande stupore degli studiosi la ricerca ha prodotto dei risultati a dir poco straordinari e inattesi, riportando alla luce una nuova sepoltura, completamente diversa da quelle fino ad oggi conosciute nel Vallone di San Lorenzo.
E’ interessante il ritrovamento in crollo nei pressi dell’ingresso della tomba di un elemento architettonico in travertino, di forma triangolare, forse il timpano situato sopra l’architrave della porta. E’ possibile che questo indichi una struttura del tetto realizzato con lastre contrapposte a doppio spiovente. E’ suggestivo il confronto con la tomba a edicola, ovvero dalle sembianze di un tempietto, denominata del Bronzetto Offerente e presente a Populonia. La struttura della nostra tomba potrebbe essere del tutto simile a quella che vedete nella foto.

Sicuramente apparteneva a un personaggio prominente, a un principe di questa zona, rappresentante forse non solo del potere politico ma anche religioso della città che dobbiamo ancora ritrovare. Dagli oggetti scoperti e dalle ossa purtroppo consunte e sparse su tutta la camera, è possibile ipotizzare la presenza di almeno tre individui. Nel corso del sesto secolo avanti Cristo sono stati deposti all’interno del monumento due personaggi, un uomo adulto e un bambino di circa cinque o sei anni, confermato anche dalla presenza di numerosi oggetti miniaturistici. Probabilmente il giovane si trovava nella banchina di destra, più piccola, mentre l’uomo era adagiato su quella di sinistra. Tra la fine del quinto e gli inizi del quarto secolo avanti Cristo la tomba è stata riaperta per deporre una giovane donna. In questo momento, a causa dello spostamento di uno dei personaggi presenti all’interno, è stato effettuato un sacrificio verosimilmente di un ovino e le sue carni sono state poi depositate all’interno della tomba insieme ai coltelli rituali. Ovviamente è ancora tutto in fase di studio e solo ulteriori e approfondite ricerche potranno conferamare quanto fino ad ora ipotizzato.

Si tratta di una seopltura non scavata nel terreno naturale ma costruita con grandi blocchi di travertino. La tomba aveva una copertura del tetto a doppio spiovente molto simile a quella cosiddetta del Bronzetto Offerente nell’importante città etrusca di Populonia in Toscana. Si tratta di una tomba a edicola, cioè a forma di tempio. Secondo un primo studio delle ossa e dei reperti ritrovati è possibile ipotizzare la presenza di almeno tre individui. Nel corso del sesto secolo avanti Cristo sono stati deposti all’interno del monumento due personaggi, un uomo adulto e un bambino di circa cinque o sei anni, confermato anche dalla presenza di numerosi oggetti miniaturistici. Tra la fine del quinto e gli inizi del quarto secolo avanti Cristo la tomba è stata riaperta per deporre una giovane donna. In questo momento, a causa dello spostamento di uno dei personaggi presenti all’interno, è stato effettuato un sacrificio verosimilmente di un ovino e le sue carni sono state poi depositate all’interno della tomba insieme ai coltelli rituali.

Tra i materiali ritrovati anche oggetti in oro, bronzo e uno scettro presente in poche tombe etrusche, umbre e picene.
Il monumento apparteneva sicuramente a un personaggio prominente, a un principe di questa zona, rappresentante forse non solo del potere politico ma anche religioso della città che gli archeologi, dicono, troveranno molto presto.