Sanità, rimodulato il ticket sulle prestazioni di specialistica. Coletto: “Sostegno delle categorie vulnerabili”
PERUGIA – La Giunta regionale dell’Umbria ha stabilito di eliminare la quota aggiuntiva per le prescrizioni di specialistica ambulatoriale e farmaceutica per i cittadini in fascia di reddito R2 e R3 residenti in Umbria e per i domiciliati che hanno effettuato la scelta del medico in Umbria, limitandone quindi l’applicazione ai soli cittadini con reddito del nucleo familiare fiscale superiore a 100 mila euro: lo rende noto l’assessore alla Salute e alle Politiche sociali, Luca Coletto, informando che “le prestazioni per le fasce individuate, attraverso i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate per mezzo del sistema Tessera sanitaria, decorrono a partire dalle prestazioni erogate dal primo gennaio 2020”.
“La Conferenza Stato Regioni – ha spiegato l’assessore Coletto – ha approvato lo schema di Decreto Ministeriale per la determinazione dei criteri per la ripartizione del Fondo di 60 milioni di euro, istituito nel 2018, per la riduzione della quota fissa di 10 euro sulla ricetta. Tali risorse permetteranno alle Regioni di adottare misure volte a ridurre l’onere della quota fissa sulle categorie vulnerabili nei limiti dell’importo attribuito a ciascuna Regione certificato congiuntamente dal Comitato paritetico permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e dal Tavolo per la verifica degli adempimenti. Nell’ambito di questa ripartizione la quota annuale di competenza della Regione Umbria è pari a 1 milione 103 mila 832 euro”.
“La Regione – ha concluso l’assessore – darà mandato alle strutture competenti affinché adottino tutti gli atti per dare piena operatività alle nuove disposizioni tenendo conto delle complessità, anche tecniche, delle attività a carico delle Aziende Sanitarie nell’applicazione del piano di rimodulazione, mentre si riserverà di emanare in seguito un provvedimento per il riparto delle risorse, a compensazione del minor gettito incassato, a favore delle Aziende Sanitarie regionali”.