Città di Castello, dopo 400 anni un sindaco e un prefetto entrano al monastero di Clausura di Santa Veronica.
CITTA’ DI CASTELLO – Per la prima volta in quasi 400 anni un prefetto e un sindaco hanno varcato insieme la soglia del monastero di clausura di Santa Veronica Giuliani a Città di Castello. E’ l’appuntamento con la storia di cui sono stati protagonisti stamattina il prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia e il primo cittadino tifernate Luciano Bacchetta, che hanno fatto visita alle otto monache dell’ordine delle Clarisse Cappuccine guidate dalla badessa madre Giovanna. L’incontro era stato promesso dal rappresentante territoriale del Governo in occasione della recente visita alla ventesima Mostra di Arte Presepiale di Città di Castello, quando aveva manifestato la curiosità di conoscere le suore assurte alla notorietà internazionale sull’onda del clamore mediatico generato dalla notizia della pubblicazione del calendario di clausura che, per iniziativa dell’associazione Le Rose di Gerico, in dodici scatti ha ritratto per la prima volta i luoghi di preghiera del monastero di Santa Veronica Giuliani. Accolti dalle monache, sindaco e prefetto hanno visitato il monastero fondato nel 1643 da monsignor Giovanni Maria Cuccioli, un luogo aperto all’esterno sporadicamente in occasione della celebrazione della santa cui è dedicato e di pochissime altre ricorrenze, dove le religiose si dedicano a vita interamente contemplativa, secondo la regola di santa Chiara d’Assisi. Ad accompagnarli, insieme ai rappresentanti del Commissariato di Pubblica Sicurezza e della Polizia Municipale, c’erano il parroco di Santa Maria delle Grazie don Andrea Czortek, il direttore dell’ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici Gian Franco Scarabottini, il collaboratore parrocchiale di Santa Maria Maggiore don Nicola Testamigna e per l’associazione Le Rose di Gerico, che cura l’accoglienza dei pellegrini nei luoghi di Santa Veronica, la presidente Angelica Lombardo e Claudio Tomassucci. Nel chiostro dal quale si scorge la cella di Santa Veronica Giuliani le monache hanno raccontato la quotidianità della vita di clausura, testimoniando la propria vocazione, insieme alla riconoscenza per l’opportunità di incontrare i rappresentanti istituzionali, con i quali si sono intrattenute con particolare piacere, anche all’interno del piccolo museo che custodisce i ricordi di Santa Veronica e della beata Flórida Cèvoli. “Abbiamo incontrato monache di una simpatia e di una semplicità straordinarie, dalle quali dobbiamo prendere esempio per la capacità di vivere in prima persona e di trasmettere valori di unità e solidarietà, che per tutti dovrebbero essere di riferimento nella quotidianità, nel lavoro come nelle relazioni sociali”, ha dichiarato Sgaraglia, nel sottolineare con apprezzamento l’iniziativa editoriale della pubblicazione del calendario di clausura: “un’idea importante e geniale, dalla quale è venuto un contributo davvero rilevante a far conoscere ciò che di bello abbiamo in Umbria, un compito che spetta anche a noi come rappresentanti delle istituzioni pubbliche per sostenere il turismo e l’economia della provincia e della regione”. Sgaraglia è stato il primo prefetto in assoluto a entrare nel monastero, mentre il sindaco lo fa occasionalmente per le cerimonie religiose. “Questa di oggi è una bellissima opportunità di sottolineare la vicinanza e l’attenzione delle istituzioni pubbliche alla vita consacrata alla fede che conducono le monache di clausura di Santa Veronica ed è un viatico importante per rafforzare il legame profondo con la comunità di Città di Castello”, ha affermato Bacchetta, che ha ringraziato il prefetto “per la grande disponibilità che dimostra costantemente verso la nostra città, grazie alla quale abbiamo l’opportunità di esercitare un’azione sinergica sui temi della legalità e della sicurezza, ma anche di lavorare su progettualità importanti, come quella che riguarda la conservazione e il restauro delle chiese tifernati di proprietà dello Stato”. Dopo la visita al monastero, Sgaraglia ha infatti raggiunto la vicina chiesa della Madonna delle Grazie, di proprietà del Fondo Edifici di Culto (Fec), dove insieme al parroco don Czortek si è informato sui prossimi lavori di ristrutturazione della cappella e sulle esigenze di intervento che riguardano la pavimentazione e la tinteggiatura dell’edificio. “Con molta gioia continuiamo la tradizione religiosa del monastero e siamo onorate della visita del prefetto e del sindaco, perché è importante testimoniare la nostra scelta di vita”, ha commentato madre Giovanna, che ha puntualizzato: “noi siamo nella chiesa come testimonianza di sobrietà, di semplicità, di preghiera e, anche se oggi qui siamo meno di un tempo, la nostra forza è nella testimonianza di Dio, che siamo felici di continuare in tutte le occasioni e con tutte le possibilità che possiamo avere”. Con il sindaco Bacchetta e il prefetto Sgaraglia, la badessa del monastero ha rivissuto l’esperienza del calendario di clausura, intitolato “Laus Deo” come amava scrivere Santa Veronica Giuliani a conclusione delle lettere e delle pagine del suo diario, un’iniziativa senza precedenti per portare nelle case e nei luoghi di lavoro la conoscenza della santa, degli spazi più intimi del monastero e dei momenti di vita comunitaria delle suore. Realizzato dai fotografi Enrico Milanesi, Giuseppe Marsoner e Silvio Ficarra, il calendario ha fatto il giro del mondo, grazie alla collaborazione con la comunità delle Clarisse Cappuccine e il supporto di due aziende tifernati, Petruzzi Editore per la stampa e Cartoedit, con Simona Ciarabelli, per la confezione. Proprio lo stabilimento del cavalier Lucio Ciarabelli è stato così l’ultima tappa della visita del prefetto Sgaraglia, che ha voluto conoscere da vicino anche i processi produttivi che hanno portato alla realizzazione del calendario.