Coronavirus, in Umbria quasi cinquemila bar provano a non mollare. Ma molti rischiano di non riaprire.

In Umbria sono quasi cinquemila ma ora molti rischiano di non riaprire. I bar, come i ristoranti, sono considerati luoghi a maggiore rischio rispetto ad altre attività.  Dunque quando riapriranno ( probabilmente il 18 maggio)  dovranno prevedere un distanziamento più  ampio, almeno due metri, e comunque – come i ristoranti –  un dimezzamento della capienza per evitare ogni rischio di contatto. Ma , secondo alcune previsioni, gli umbri rischiano seriamente di non trovare più il bar sotto casa. Secondo la federazione italiana dei pubblici esercizi aderente alla Confcommercio il settore è ” in uno stato di crisi profonda, già  molti imprenditori stanno maturando l ‘ idea di non riaprire l’attività “. L ‘ allarme è forte e le misure messe in campo non sembrano sufficienti a tenere in vita tanti bar della nostra regione.  ” Nonostante questa drammatica situazione, i comuni umbri si sono semplicemente attivati per un differimento delle tasse locali ma non ci sono state cancellazioni “, denuncia E.B. , titolare di un bar di un piccolo paese dell’  Umbria. ” Gli interventi sin qui previsti dal Governo – afferma il proprietario di un bar di Perugia –  sono poca cosa, la garanzia  al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 euro è  una misura giusta ma parliamo di una cifra lontanissima dalle esigenze delle nostre aziende “. Dopo i problemi dell’ emergenza sanitaria ora le persone sono costrette a fare i conti con un’altra emergenza: quella del lavoro , soprattutto quando il lavoro non è  garantito.  Certo è  che l ‘ assetto dei locali, la modalità di consumo, la frequenza , cambieranno di molto dopo quanto accaduto in questi mesi. ” Prendiamo il lato positivo altrimenti  è  meglio scappare – sostiene un altro barista del capoluogo umbro – , proviamo a trasformare questa pandemia in una occasione per migliorare laddove è possibile. Di fatto si riparte da zero, l ‘ equilibrio di una volta si è rotto, è  inutile tentare di ricostruire tutto com’era. Forse è  opportuno farlo in maniera diversa “. Vedere il bicchiere non del tutto vuoto può  essere importante ma la ripartenza non sarà  semplice per i  4.730 baristi dell’ Umbria. Il bar , in tanti  piccoli centri dell’ Umbria, rappresenta anche un luogo sociale, dove le persone si incontrano, si confrontano e discutono della vita di tutti i giorni. A molti baristi , almeno per tutto il 2020, basterebbe non pagare le tasse locali per affievolire i danni e prendere un po’ di respiro. In fondo si tratterebbe  di una scelta di buon senso.