LA VITTORIA DEL SI E IL 3 A 3 NELLE REGIONALI

di Pierluigi  Castellani

La scontata vittoria del si al referendum con una percentuale di quasi il 70% mette al riparo il governo Conte bis perché sia il Pd che i 5Stelle hanno tutto l’interesse a proseguire l’esperienza governativa per gestire al meglio i fondi del recovery fund e proseguire sulla linea delle riforme per completare i necessari aggiustamenti della costituzione con riguardo soprattutto al superamento del bicameralismo paritario. Invece il non scontato 3 a 3 per le regionali potrebbe avere conseguenze all’interno dei partiti sia di centrodestra che di centrosinistra. Indubbiamente Zingaretti ne viene rafforzato nel Pd forse mettendo a tacere le voci di oramai improbabili cambiamenti della segreteria e nel centrodestra continuerà la sfida , ancora non risolta, tra Salvini e la Meloni per la leadership. Infatti mentre la Meloni può intestarsi il nuovo presidente delle Marche Salvini invece, che aveva puntato tutto sulla Toscana, fallisce nuovamente l’obbiettivo come prima era già avvenuto in Emilia Romagna. Del resto è assai improbabile che Salvini possa intestarsi la travolgente vittoria di Zaia nel suo Veneto. Ci sono poi altre questioni che rimangano sotto traccia nel confronto politico. Nel centrosinistra è sempre più evidente il peso dei presidenti di regione. A Bonaccini ora si affiancano  personaggi non sempre facilmente gestibili come De Luca ed Emiliano. Questi due ultimi possono verosimilmente vantare le relative vittorie perché le si deve più al loro personalistico modo di incarnare la leadership che al sostegno della coalizione di centrosinistra. Le liste che hanno sostenuto sia De Luca che Emiliano erano abbastanza variegate e caratterizzate soprattutto da un territorialismo molto identitario difficilmente riconducibile a riferimenti nazionali. Tutto questo avrà conseguenze all’interno del Pd? Non è dato ora poterlo prevedere, ma è certo che i nuovi presidenti delle regioni, che si uniscono al presidente del Lazio, segretario del partito, potranno reclamare un peso che fino ad ora alle realtà regionali nel centrosinistra non è stato riconosciuto. La regionalizzazione del partito nel Pd è all’ordine del giorno da tempo ma senza una conclusione soddisfacente. Ma questo risultato una qualche conseguenza l’avrà anche nell’alleanza giallorossa. Il centrosinistra ha vinto soprattutto laddove i 5Stelle si sono presentati da soli e contro i candidati del Pd, questo porta ad una qualche loro irrilevanza, almeno a livello territoriale. Il movimento di Grillo prima o poi dovrà fare le proprie scelte e chiarire la propria identità. Questo potrà portare  a far crescere all’interno del Pd la richiesta di un rimpasto nell’esecutivo con il rafforzamento del profilo riformatore di qualche dicastero. La scommessa oramai si giocherà tutta sull’efficacia  attuativa delle promesse fatte dal governo per la rinascita sociale ed economica del paese dopo la tempesta del coronavirus, mentre il centrodestra dovrà riorganizzare la propria opposizione per ora tutta giocata su slogan elettorali che però di veramente alternativo non hanno evidenziato molto. Il confronto politico in Italia perennemente piegato alle esigenze elettorali del momento speriamo che finalmente si applichi  a cercare di risolvere i reali problemi del paese.