In Umbria Rt 1,69. I medici di Perugia: ” Si è perso tempo, siamo allo sbaraglio”.
” La carenza di personale e quelle sul piano organizzativo non sono state ancora risolte e ad esse non possono sopperire da soli l’impegno e l’abnegazione dei medici, degli infermieri e degli altri operatori sanitari”. Così l’rodine dei medici di Perugia che non risparmia critiche a quanto finora è stato fatto in Umbria. ” Dobbiamo purtroppo lamentare il mancato rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione che non rende possibile il corretto e adeguato tracciamento di infetti e contatti” , aggiungono i professionisti della sanità umbra. Non si tratta di un semplice sfogo ma di una denuncia vera e propria. ” Il cronico sottodimensionamento di strutture e personale sanitario dei reparti ospedalieri – afferma l’ordine dei medici di Perugia – oltre alle scelte non adeguate in quelli Covid, compromettono l’efficienza delle strutture per altre patologie. Cronica poi è la carente fornitura di dispositivi di protezione individuale”. Una denuncia che arriva proprio nel momento in cui le strutture sanitarie dell’Umbria rischiano il collasso. Come si sta verificando nelle terapie intensive degli Ospedali umbri con pazienti Covid che rischiano di non trovare posto. L’Umbria, infatti, è in queste ore la Regione che sta facendo registrare la percentuale più alta di pazienti in terapia intensiva di tutto il paese, naturalmente in proporzione ai posti disponibili. La media nazionale è del 15%: l’Umbria ha , invece, un tasso di occupazione pari al 27,85%. C’è molto preoccupazione tra il personale sanitario, costretto a lavorare in una situazione di forte carenza e con un sovraccarico notevole. Sicuramente, come sostengono i medici perugini, si è perso tempo . Quello che andava fatto in tempo utile non è stato realizzato, a cominciare dal numero dei posti letto nelle terapie intensive. In questo momento torna di grande attualità proprio la decisione della Presidente Tesei sulla necessità di impegnare ben 3 milioni di euro, donati dalla Banca d’Italia, per realizzare un’Ospedale da campo piuttosto che spenderli subito nelle rianimazioni dei nosocomi umbri, aumentando in maniera considerevole i posti letto per i malati gravi. Per molti si tratta di una scelta inspiegabile, che sfugge ai comuni criteri di buon senso, difficile da comprendere e senza motivazione. Fatto sta che in Umbria la velocità del contagio è ormai – come sostengono gli stessi medici – fuori controllo con l’Rt sopra 1,5. Così l’Umbria, che registra un indice Rt dell’ 1,69, tra i peggiori del Paese, entra in zona critica con una velocità di contagio impressionante. Ma la situazione è ancora più grave in quanto l’ultimo Rt di cui si parla oggi è riferito al periodo compreso tra il primo e il 14 ottobre, successivamente la situazione in Umbria è assai peggiorata e dunque tutto fa pensare che il prossimo venerdì ci troveremo con numeri ancora più allarmanti. La consapevolezza di tutti è che ci troviamo in una in una emergenza sanitaria molto preoccupante.