DIS…CORSIVO. UNA FAVOLA ESOPICA

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / È fin troppo facile inventare una favola esopica a partire dalla notizia secondo cui sta partendo un progetto, finanziato dall’Unione Europea, per salvare, in Umbria, lo scoiattolo rosso dall’invadenza dello scoiattolo grigio. Il brevissimo racconto con animali protagonisti di vicende utili alla morale degli uomini potrebbe essere all’incirca il seguente: “Fra noccioli, faggi e pini, funghi e tartufi delle colline umbre vivevano, graditi agli uomini, in grandi quantità scoiattoli variopinti.

Erano molto amati dalla gente del posto perché utili a mettere a dimora i semi delle piante e a diffondere le spore dei funghi in virtù delle loro abitudini di non consumare tutto il raccolto per il loro esclusivo nutrimento. Rapidissimi, guizzavano sulle piante; bonari, quand'erano al sicuro, si lasciavano osservare per la gioia di grandi e bambini; inconsapevoli, erano diventati un emblema delle consuetudini politiche di quella terra, che si rispecchiava perfettamente nei toni variopinti e gai della loro pelliccia. Ci fu, improvvisa, una trasformazione mondiale della distribuzione delle specie animali. Tutti gli equilibri risultarono sconvolti: piano piano a insidiare i pacifici roditori variopinti non furono più le martore o i gatti selvatici, ma proprio lontani cugini degli scoiattoli, stavolta dalla pelliccia grigia, che, provenienti dall'America, si acclimatarono nell'Umbria. I grigi diventarono ben presto un vero flagello per colture e foreste, i politici variopinti, invece, andarono incontro a flagelli elettorali al punto tale che l'emblema dello scoiattolo grigio cominciò a figurare su molte insegne della regione al posto di quello tradizionale dello scoiattolo screziato. Gli amici e difensori di quest'ultimo non riuscivano a organizzarsi abbastanza bene per proteggersi dall'insidia e contrattaccare efficacemente l'azione dei grigi; entrambe le specie, poi, a un certo punto furono indebolite anche dalla penetrazione in Umbria, invero assai anomala, di un'altra sottospecie di scoiattoli, proveniente dalla Calabria, completamente nera con ventre bianco. Intervennero allora alcuni saggi e diversi scienziati dall'Europa, che prepararono un progetto grazie al quale lentamente lo scoiattolo variopinto tornò ad essere il signore di colture e foreste umbre, il grigio, senza azioni cruente nei suoi confronti, fu ridotto a più miti consigli e il nero proveniente dalla Calabria sembrava proprio irriducibile, tanto che ci volle molto più tempo per far regredire quello, e neppure definitivamente, che i lontani cugini americani. Ma se non fosse stato per l'azione amorevole della gente dell'Umbria, che tornò a frequentare i boschi elettorali e a passeggiare sulle colline della partecipazione, a cercare di avvicinare gli animali, scoiattoli compresi, nonostante la cattiva propaganda che una certa politica aveva fatto di sé, le misure comunitarie sarebbero state pura burocrazia veterinaria.
La favola insegna che la voracità degli animali si può contenere, ma che quella degli uomini riesce a emendarsi in maniera molto meno rassicurante se non è messa in allarme dalla fiducia critica della gente e, soprattutto, se questa fiducia non è assolutamente ben riposta in programmi seri e trasparenti. Altrimenti tutto diventa opaco, arrivano in massa gli scoiattoli grigi e, quel che è peggio, proliferano quelli neri!”.
Torniamo, così, senza ulteriori metafore, al nostro simpatico scoiattolo rosso, che, per quanto diffuso in Umbria e sempre più protetto dal progetto dell'Unione Europea, non sarà poi così facilmente avvistabile nei boschi intorno a Perugia neppure a operazioni a suo favore concluse. Quanto al suo cugino grigio, anch'esso continuerà a lavorare lontano dagli occhi indiscreti degli uomini, integrato nella comunità degli scoiattoli senza nuocere alle coltivazioni. Questo, infine, è il cruccio maggiore: essi rimarranno necessariamente distanti da noi e solo la favola, depurata dalle sue implicazioni morali ad uso degli uomini, ci potrà dare l'illusione di avvicinarli in maniera serena e disinteressata.

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