Bar e ristoranti di Fipe Confcommercio scendono in piazza anche in Umbria
Perugia – Mercoledì 28 ottobre, alle ore 11.30, i gestori dei pubblici esercizi dell’Umbria occuperanno simbolicamente piazza 4 novembre di Perugia per una manifestazione pacifica, ma dall’alto valore simbolico.
L’iniziativa è di Fipe Confcommercio, l’organizzazione più rappresentativa degli imprenditori del settore, che vede coinvolte contemporaneamente 24 piazze italiane. L’obiettivo è quello di ricordare il valore economico e sociale del settore e chiedere alla politica un aiuto concreto per non morire, anche alla luce delle pesanti restrizioni imposte dal Governo con l’ultimo Dpcm.
In rappresentanza delle 5 mila imprese umbre del settore bar e ristoranti, con quasi 13 mila dipendenti, interverranno il presidente regionale di Confcommercio Giorgio Mencaroni, responsabili Fipe Umbria, imprenditori provenienti da diversi territori della regione.
Sarà una mobilitazione pacifica, in forma statica, ma fortemente simbolica.
Senza dubbio il settore della ristorazione è quello più colpito dalla pandemia e il nuovo Dpcm, in vigore fino al 24 novembre, avrà ripercussioni ancora più devastanti.
“Serve un intervento immediato con contributi a fondo perduto per compensare le perdite di fatturato dei pubblici esercizi. Le attività ristorative chiuse lasciano a casa tantissimi dipendenti che rischiano di essere cancellati definitivamente”, dice Romano Cardinali, presidente di Fipe Umbria Confcommercio. “Gli imprenditori di questo settore si sono dimostrati persone responsabili, che rispettano i protocolli sanitari loro imposti, ma non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la loro condanna a morte”.
“Le misure del governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione”, stima l’Ufficio Studi di Fipe Confcommercio. Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime.
“Siamo perfettamente consapevoli che la situazione sanitaria in questo momento è drammatica e intendiamo fare la nostra parte”, sottolinea il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni. “Le imprese della ristorazione, e più in generale i pubblici esercizi, hanno fatto investimento notevoli per mettersi in regola e per lavorare in sicurezza, per i propri clienti, i propri dipendenti, le loro famiglie.
Il dramma che stanno vivendo in questo momento è sotto gli occhi tutti. E coinvolge tutti i settori dell’economia del nostro territorio, nessuno escluso.
Per questo abbiamo fatto un appello anche ai parlamentari umbri perché rappresentino nelle sedi opportune il grido d’allarme della nostra terra.
Quello che in questo momento le categorie economiche pretendono è di essere coinvolti nelle scelte che possono decidere della vita o della morte delle imprese.
Nei momenti di crisi, come indubbiamente questo che stiamo vivendo, non è accettabile che decisioni così importanti e decisive, sia a livello locale che regionale, ci piovano sulla testa senza un reale e costruttivo coinvolgimento delle categorie più direttamente coinvolte. Le soluzioni si trovano sempre. Vanno cercate insieme”.