L’ effetto delle varianti sull’ Umbria e l’ ipotesi di tempi lunghi.
La variante inglese è diventata dominante, s’è presa il monopolio del contagio. Con tutta probabilità, dicono gli esperti, sarà arrivata al 65-70 per cento. Ciò significa, ha detto ieri Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di statistica all’Università statale di Milano, che più di questo ” non potrà espandersi ancora molto”. La terza ondata del coronavirus in Italia, ma in particolare in Umbria, è pienamente ” britannica”. Da settimane ormai, soprattutto nella provincia di Perugia, rappresenta la responsabile della nuova ondata. Oggi che la mutazione “britannica” ha quasi completato la sua diffusione, bisogna chiedersi cosa potrebbe accadere con le altre varianti. Anche perché in Umbria c’è un’altra incognita rappresentata dalla cosiddetta variante brasiliana. È anche questa destinata ad espandersi come quella ” britannica” ? Per prima cosa, ha sottolineato sempre il professore La Vecchia, ” l’ unica variante per la quale è finora riconosciuta una maggiore contagiosità è quella inglese”. E’ un tema questo che interessa molto l’Umbria , in quanto la nostra Regione è una delle poche dove si sono diffuse contemporaneamente due varianti. Un interrogativo di non poco conto anche alla luce delle previsioni sulla durata dell’ emergenza sanitaria. Quanto resterà a lungo il virus ? Per gli esperti ora abbiamo una risposta alla domanda sul quando, imprecisa ma certa: non presto, il virus non sparirà né quest’estate né il prossimo Natale, rimarrà con noi ancora a lungo. Caleranno i casi gravi e i numeri dei malati ricoverati, caleranno anche i contagi ma non si azzereranno. Proprio i vaccini sono la nostra unica speranza. La battaglia per immunizzare tutti sarà però lunga e complessa anche perché il virus muta, forse alcune varianti necessiteranno di altri richiami e non sappiamo quanto duri l’ immunità conferita dai vaccini o dall’infezione. Per questo l’Umbria deve mettere in piedi una organizzazione sanitaria diversa, evitare gli errori commessi in questi mesi , potenziare i servizi a cominciare da quelli del territorio, mettere in sicurezza i nostri anziani al più presto, garantire cure e assistenza migliori, non mettere a repentaglio la sicurezza degli ospedali. Il tutto salvaguardando la cura anche di tutte le altre malattie . Altrimenti, dopo gli errori commessi in questi mesi, le conseguenze saranno pesantissime.