Acque minerali, sindacati in piazza contro una “legge che svuota il lavoro”
Perugia – Una legge che non mette al centro il lavoro e la sua tutela, ma che, anzi, rischia di compromettere il futuro di un settore strategico per l’Umbria come quello delle acque minerali. Sono queste le preoccupazioni che hanno portato stamattina Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, insieme a una rappresentanza di lavoratrici e lavoratori del settore, a manifestare in piazza Italia a Perugia, sotto il consiglio regionale, denunciando in particolare il mancato ascolto da parte della Regione delle istanze portate dal sindacato, che ha prodotto una legge che, secondo Cgil, Cisl e Uil, rischia di “svuotare il lavoro”.
I sindacati, in oltre un mese di confronto con la Regione, avevano avanzato proposte e suggerito emendamenti a difesa dell’occupazione, per scoraggiare chi non ha intenzione di investire seriamente sul territorio. “Il criterio della promozione e della salvaguardia di tutta l’occupazione nel rispetto dei contratti nazionali di riferimento doveva essere considerato un aspetto primario nella definizione di eventuali requisiti di assegnazione, proprio in considerazione del carattere pubblico del bene oggetto della concessione. Invece – concludono Flai, Fai e Uila – siamo di fronte all’ennesima occasione sprecata per valorizzare il nostro territorio e i suoi prodotti, considerato che le acque umbre si distinguono sul mercato da oltre cento anni”.