25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE
di Pierluigi Castellani
E’ ancora necessario ricordare dopo 76 anni il 25 aprile del 1945 ? A questa domanda credo che sia necessario rispondere senza ambiguità sì. Sorprende infatti quanto dichiarato da Giuseppe De Rita a Il Messaggero del 24 aprile :” L’Italia non ha più bisogno di ricordare l’antifascismo per evitare il fascismo”. Infatti come non constatare che per evitare il fascismo bisogna combatterlo e soprattutto prevenirlo ? E per prevenirlo bisogna conoscere che cosa sia stato il fascismo, perché è salito al potere ,quali guasti ha prodotto e quanto è costato di sacrifici e sangue per sconfiggerlo. Quindi è giusto conservare la memoria di che cosa era diventata l’Europa e l’Italia con l’ascesa al potere di Mussolini e Hitler. E oggi c’è una ragione in più. Siamo infatti ad una svolta della nostra democrazia che deve essere difesa e rafforzata. L’avvento di forze populiste, che mettono in dubbio il sistema rappresentativo e parlamentare sancito dalla nostra costituzione cancellando il ruolo dei corpi intermedi e degli stessi partiti, vagheggiare una improbabile democrazia diretta in cui non ci sia niente di intermedio tra il capo ed il popolo, deve sollecitare una qualche riflessione. Non è nato il fascismo proprio da movimenti di piazza e da un rapporto diretto tra il popolo ed il suo duce? Non si tratta qui di fare un ingiustificato parallelismo tra l’odierno populismo e quello incarnato dal fascismo, ma è assolutamente necessario mettere in guardia dalla suggestione che sia meglio il popolo senza mediazione il garante di un nuovo sistema democratico per poi incarnarlo in un capo dotato di carisma e fascinazione. E’ indubbio che nei momenti difficili serpeggi questa tentazione, che lì per lì sembra salvifica ma poi produce guasti nel tessuto stesso della democrazia. Umberto Eco ha parlato non a caso di fascismo eterno e molti politologi hanno messo in guardia dal possibile facile passaggio dal populismo demagogico all’autoritarismo. E che dire del sovranismo ? Non è stato proprio il nazionalismo esasperato a portare alla guerra ed a spingere un popolo ed una etnia gli uni contro gli altri? In un mondo sempre più globalizzato è necessario riflettere sul dovere della pace che non può raggiungersi coltivando chiusure e separatezze. Ecco perché festeggiare e ricordare il 25 aprile dovrebbe condurre tutti ad una qualche riflessione sul presente. Ecco perché non si tratta solo di celebrare la data della fine del nazifascismo ma di studiare con attenzione quegli eventi, da dove sono nati e che cosa hanno prodotto. Certo se sui libri di storia delle nostre scuole questa data rimane solo una vaga memoria ai giovani di oggi il 25 aprile non dice, niente rimane solo un’occasione di vacanza dalla scuola e un’opportunità per godere, quando sarà possibile non certo ora che siamo ancora immersi nella pandemia, il risveglio della primavera. Studiare la storia, soprattutto del nostro recente passato, è un dovere per tutti, perché non si debbano ripetere tragicamente gli errori di quel passato.