Simona Meloni (Pd), diffide a operatori sanità su vaccino sono allarme
Perugia – “Le oltre mille diffide spedite pochi giorni fa, da Asl 1 e Asl 2, alla volta di quanti esercitano professioni sanitarie e agli operatori di interesse sanitario che ancora non si sono vaccinati, rappresentano, senza dubbio, un vero e proprio campanello d’allarme, se pensiamo che gli stessi continuano a svolgere senza controllo la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali”, così Simona Meloni (Pd-vice presidente Assemblea legislativa) secondo la quale “nonostante l’iter di verifica, adottato anche all’interno delle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, il richiamo al rispetto delle norme nazionali in materia e le recenti sentenze che ribadiscono come il vaccino è un requisito essenziale che può legittimare anche la sospensione senza stipendio, nella nostra regione permangono troppo incertezze procedurali che impediscono, di fatto, di mettere le strutture sanitarie pubbliche e private in piena sicurezza”.
“Spiace – commenta Meloni – dover constatare che la mia proposta di legge regionale, in materia di esecuzione degli obblighi di vaccinazione degli operatori sanitari, sia stata accantonata dall’attuale maggioranza, tanto da non essere stata neppure discussa in Commissione, quando avrebbe potuto anticipare e rafforzare le misure di controllo e disincentivo ai comportamenti no vax”.
“Come noto – osserva la consigliera Dem – le Regioni non possono legiferare nel merito dell’obbligo, ma possono deliberare, come ha fatto la Puglia, in merito all’accesso nelle strutture sanitarie, al controllo e alle responsabilità. Non ultimo – aggiunge -, credo che se fossimo già stati dotati di strumenti normativi che autorizzino i vertici delle autorità sanitarie a comminare sanzioni pecuniarie, tra i 500 e i 5000 euro, a quanti lavorano nel mondo della sanità senza aver assolto l’obbligo vaccinale, questo fatto sarebbe stato di grande aiuto”.
“Mi auguro quindi – continua Meloni – che l’iter della mia proposta possa riprendere quanto prima cosi da approvare una legge di civiltà, che protegge i più deboli e i più fragili, riconoscendo la libertà di ognuno fin tanto che non va a ledere quella altrui, come nel caso degli operatori sanitari -conclude -, che hanno l’obbligo e il dovere etico e deontologico di fare di tutto per non mettere a rischio i propri pazienti”.