L’Umbria al voto, un test che pesera’ sugli equilibri futuri del centrodestra. La gara tra Lega e Fratelli d’Italia
A due settimane dal voto i candidati affilano le armi. É una campagna elettorale meno infiammata di altre volte con molti candidati che spingono soprattutto sui social. Si entra dunque nel vivo di una partita delicata soprattutto per gli equilibri della maggioranza che governa la Regione dell’Umbria e che potrebbe avere degli effetti sul futuro dell’attuale giunta. Il voto del 3-4 ottobre si prospetta in Umbria come uno spartiacque per il centrodestra dopo una serie di tentativi falliti di costruire l’ unità della coalizione (Città di Castello e Spoleto) e nel bel mezzo di una logorante lotta tra Lega e Fratelli d’Italia per la leadership. La Lega, anzitutto, è a un bivio. Anche in Umbria i rapporti di forza tra Lega e Fdi, sondaggi alla mano, dalle politiche del 2018 ai giorni nostri sono profondamente cambiati. Da una distanza abissale , a favore del Carroccio, ormai siamo al testa a testa, con il partito di Giorgia Meloni già in corsa di sorpasso. La sfida più interessante, da questo punto di vista, sarà quella di Città di Castello dove gira un sondaggio che da le due principali forze politiche del centrodestra appaiate ma con un candidato Sindaco molto più avanti rispetto all’altro. Chissà se nel capoluogo tifernate qualcuno avrà pensato al precedente di Romano Prodi che nel 1999 mandò in fibrillazione l’Ulivo lanciando la famosa sfida “competition is competition”. Sarà comunque una sfida, come a Spoleto, non fine a sé stessa perché c’è in gioco la prossima giunta regionale e le candidature parlamentari, con la metà dei seggi disponibili rispetto a oggi. Nei giorni scorsi i vertici regionali del centrodestra hanno ribadito che al ballottaggio si tornerà all’unità della coalizione. Per adesso però non mancano le bordate con la competizione che segue una sorta di dinamica di ” vasi comunicanti”. A Città di Castello sarà altrettanto importante la sfida tra Pd e Socialisti, con questi ultimi seriamente intenzionati a prendere un voto in più dei democratici tifernati. Cosa che metterebbe in seria difficoltà i vertici provinciali e regionali dei democratici con conseguenze sui futuri assetti non solo locali. Socialisti e democratici si potrebbero dividere un 30-32% di consenso elettorale. Se i socialisti di Bacchetta dovessero arrivare sopra il 16%, per il Pd resterebbe poco più di un “misero” 14%: un affronto elettorale difficile da sopportare. Le cose non cambiano nelle altre due città più importanti chiamate al voto: Spoleto e Assisi. Fra Lega e Fratelli d’Italia, a Spoleto, è una corsa all’ ultimo voto, con Zaffini che prova a dimezzare Lega e Forza Italia. Alle ultime elezioni comunali (2018) Fdi si fermò al 2,93% mentre la Lega con oltre 3.000 voti arrivò al 18,48%. In queste due settimane che restano di campagna elettorale, a Spoleto si assisterà ad una sfida nella sfida con Zaffini che punta a fare il colpo superando Lega e Forza Italia . Ad Assisi nel 2016 la Lega prese il 5,70% dei voti mentre Fdi si attesto’ sul 6,74%. Questa volta però il partito di Salvini punta a superare quello della Meloni e schiera Jacopo Pastorelli, figlio del capogruppo della Lega in Consiglio regionale, come mister preferenze. Nello schieramento opposto, abbiamo a Spoleto il Pd dilaniato dalle polemiche interne, con l’espulsione di Cintioli e altri dirigenti di primo piano mentre ad Assisi tutto dipenderà dalla forza che saprà mettere in campo il Sindaco uscente Stefania Proietti, civica e autonoma dai partiti.