Conservatorio di Perugia: donate dagli eredi le opere e manoscritti dello scomparso prof. Roberto Micalella

Nel mese di dicembre del 2020 si era spento improvvisamente il Prof. Roberto Micalella, apprezzato e stimato docente di Poesia per Musica e Drammaturgia Musicale presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia.  Il destino ha voluto che l’infarto, causa del suo decesso,  lo colpisse in un momento di solitudine dove nessuno si è potuto accorgere del malessere che stava accusando per poterlo soccorrere.  Questa mattina, presso il Conservatorio,  gli eredi del poeta ricordato da tutti come “il piccolo professore dal lungo cappotto color sabbia che durante le sue lezioni, con orgoglio, faceva leggere agli studenti i suoi scritti e faceva ascoltare la sua musica” hanno voluto donare tutte le sue opere e i manoscritti affinchè il suo ricordo possa rimanere vivo.  A ricevere la donazione, per mano del nipote Matteo Micalella , erano presenti il Direttore Luigi Ciuffa e il docente Filippo Farinelli con il poeta Paolo Ottaviani.

Per la sua spiccata sensibilità e vocazione artistica, di scrittore e poeta, è considerato la pietra miliare del Conservatorio Morlacchi e il Direttore del Conservatorio Luigi Ciuffa ha espresso apprezzamento per la decisone della scelta di donare i suoi lavori ”  il prof Micalella è stato un pilastro della docenza nel conservatorio di Perugia – commenta – Ciuffa –  e per tantissimi anni è stato un eccellente docente di drammaturgia musicale;  è nostra intenzione – aggiunge –  di realizzare una cerimonia, o un concerto, quando sarà possibile organizzare eventi in presenza visto che ancora viviamo in un contesto di  pandemia, ma resta comunque il desiderio di ricordare il professore Roberto Micalella ,  persona che ha rappresentato uno spaccato nella  storia conservatorio”.  Il maestro Filippo Farinelli, che in passato fu un suo allievo, ricorda il prof Micalella per come  aprì l’orizzonte della metrica in maniera professionale. ” devo molto al suo insegnamento- dichiara Farinelli –  era una persona molto riservata, alla costante ricerca della socialità  e questo emerge anche dai suoi testi, quei pochi documenti che ho potuto leggere da studente;  oggi,  a distanza di quindici anni,  ricevere  da parte degli eredi i suoi manoscritti rappresenterà un valore per il conservatorio e sarò curioso di leggerne i suoi contenuti dei testi che in passato avevo già avuto l’opportunità di apprezzare “.

Matteo Micalella, nipote, ha spiegato, durante la consegna dei plichi dello zio, la scelta maturata : ” con molto piacere abbiamo deciso di donare tutti i suoi documenti, manoscritti e volumi, perché riteniamo giusto far conoscere il suo pensiero,  affinché possano, in futuro, essere riscoperte altre sfumature della sua interpretazione dell’arte.  Come familiari – aggiunge – abbiamo sempre avuto l’opportunità di parlare e apprezzare le sue idee ma non sempre siamo riusciti a cogliere la sua genialità, per questo abbiamo ritenuto giusto donare i suoi scritti al conservatorio per dare modo di approfondire e riscoprire al meglio concetti che ancora non siamo riusciti a decifrare”.

Micalella, noto per aver condotto  una vita semplice, è stato stimato ed amato dai colleghi , dagli studenti e da coloro che lo hanno conosciuto e considerato come una persona buona e riservata. Nel contesto della donazione è intervenuto anche  Paolo Ottaviani, poeta e artista, inseparabile amico dello scomparso Micalella: “provo una grandissima emozione nel ricordare un amico – commenta Ottaviani – ho conosciuto Roberto Micalella negli anni settanta quando iniziò a frequentare l’associazione degli amici poeti, chiamata allora il merendacolo, all’epoca diretta dalla signora Ilde Arcelli ( anche lei scomparsa da qualche anno) ; in quegli incontri ho avuto modo di conoscere la profonda sensibilità ma anche il profondo riserbo del professor Micalella”.  Poi aggiunge “non si apriva con tutti gli amici del merendacolo  allo stesso modo, con me si instaurò subito un contatto molto profondo che più volte è stato  ribadito nel corso degli anni quando l’associazione terminò le sue attività, seppure in modo saltuario, continuammo a vederci;  la sua scomparsa  mi ha colpito profondamente”.  Per non perdere quella sua profonda sensibilità musicale e poetica maturata nei confronti dello scomparso Micalella, il poeta Ottaviani ha scritto un piccolo sonetto a lui dedicato, incorniciato,  che ha donato al conservatorio   così da rendere eterna la sua memoria.

Queste le parole, che raccoglie un aneddoto in prosa, del sonetto dedicato :

” Sotto il cappotto color dei deserti cieli un caleidoscopio di timori che il sangue iperarmonico in sofferti  incantamenti scinde e in disamori.

E’ il tuo cuore malato di cui avverti  tra altalenanti palpiti bagliori di pena a sublimare sugli aperti  spartiti note e oltremondani fiori.

Mi dicevi piangendo  che era morto il primattore della tua tragedia già alla seconda pagina e restavi

solo sulla panchina coli risorto tuo personaggio che ancora t’assedia  la mente  e finalmente l’allietavi “.

Micalella era un professore desideroso  di  essere ascoltato, di poter raccontare le sue originali e personalissime interpretazioni del mondo dell’arte, così seguito al punto che gli studenti, che avevano chiuso la sessione di studio con il prof. Micalella,  ritornavano ad assistere alle sue lezioni per quanto desiderosi di ascoltarlo.  Scrisse una pregevole opera dal titolo “Sentirò il canto” esecuzione di archi e voce femminile dove il professore riuscì a incantare tutti coloro che hanno avuto il privilegio di esserne spettatori grazie alla particolare e ricercata armonia della composizione. Da oggi, presso il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia sarà possibile leggere, studiare i suoi testi, i suoi pensieri, le sue opere.